Stiamo seguendo un itinerario volto a capire Che equilibrio è esistito nell'esperienza italiana fra legge, diritti e giustizia? - L'iniziativa si rivela opportuna nell'attuale fase storica in cui l'incompetenza e l'inciviltà giustizialista nel nostro Paese sembrerebbe arretrare con il governo di larga intesa presieduto da Draghi.
Fra le innovazioni legislative più rilevanti dei governi del primo centro-sinistra, accanto a quelle sul mondo del lavoro su cui avremo modo di soffermarci, ci sono le leggi in materias di famiglia:
--adozione speciale (1967),
--divorzio (1970),
--piano quinquennale per l'istituzione di asili nido con il contributo dello Stato,
--la maggiore età a 18 anni (1975),
--riforma del diritto di famiglia (1975),
--istituzione dei consultori (1975),
--tutela sociale della maternità e interruzione della gravidsanza (1978).
Il quadro legislativo ora richiamato individua un modello di famiglia molto diverso da quello tradizionale, o se si vuole, da quello contadino. La famiglia non è più entità estratta delle persone che ne fanno parte ed essa non serve più per la tutela del patrimonio familiare (come dal sistema napoleonico), Le riforme puntano a mettere al centro la persona e la famiglia non è tutelata per se stessa ma come in quanto formazione sociale capace di promuovere la crescita personale dei componenti. Nel precedente sistema il centro della famiglia era l'uomo-marito e l'uomo-padre. La riforma oltre a ridurre i ruoli del mareito e del padre per converso potenzia le figure della donna e dei figli.
Per capire la portata dell'innovazione legislativa riportiamo una decisione della Cassazione del 1955 in un caso in cui il marito aveva imposto alla moglie di lasciare l'attività professionale per dedicarsi alla casa e alla famiglia. Così i giudici diedero -allora- ragione al marito: " Non commette abuso di esercizio di podestà maritale il marito che, quale capo e perciò direttamente responsabile del buon andamento della famiglia, esiga dalla moglie il sacrificio dell'attività professionale da essa esercitata. Perciò, nel conflitto tra due interessi, meramente privato e personale l'uno, di natura pubblicistico l'altro, in quanto inerente alla stessa realizzazione delle fondamentali finalità del matrimonio, quest'ultimo deve prevalere". Cassazione, 8 luglio 1955, n. 2150.
Ciò che caratterizza la riforma del diritto di famiglia è la scelta paritaria nei rapporti tra uomo e donna, assicurata, secondo le indicazioni della Costituzione, anche predisponendo gli strumenti materiali idonei a realizarla.
La legge di parità ha consentito di assentarsi dal lavoro per la cura dei figli anche al padre lavoratore, in alternativa alla madre lavoratrice, ovvero quando i figli siano affidati solo a lui.
La legge sugli asili nido cosi recita all'art. 1, circa le finalità da perseguire: "Gli asili nido hanno lo scopo di provvedere alla temporanea custodia dei bambini per assicurare un'adeguata assistenza alla famiglia e anche per facilitare l'accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale".
La stessa legge sui consultori ha come presupposto la concezione della sessualità del tutto nuova: terreno di maturazione, di unità, di crescita individuale e di educazione al rispetto dell'altro. Questa legge, dopo aver prescritto che l'interruzione volontaria della gravidanza non è mezzo per il controllo delle nascite, attribuisce ai consultori funzioni per l'assistenza della donna in stato di gravidanza.
Per la prima volta il minore è considerato "persona" titolare di diritti. Non è comunque più proprietà dei genitori. I poteri-doveri dei genitori sono funzionali allo sviluppo e alla crescita umana del figlio. La potestà dei genitori non è un potere sui minori, ma un potere per i minori.
Vedremo, in una prossima pagina, in materia del lavoro cosa è cambiato rispetto al periodo precedente le "riforme" varate col primo centro-sinistra repubblicano.
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