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lunedì 2 agosto 2021

La Sicilia che brucia. E' credibile che nessuno riesca a individuare gli incendiari?

 Tutto comincia Venerdì quando sono divampati centinaia di incendi nelle zone intorno alla piana di Catania, sia sulla costa ionica che nell’entroterra. Già nel primo fine settimana di luglio erano stati 34 i roghi registrati nell'Isola.

L'area che era sembrata più colpita è stata quella di San Vito Lo Capo. Per il sindaco di quell'area "Frane e incendi sono il nostro incubo".

Nel 2017 in Sicilia sono stati bruciati 34.221 ettari di superficie, dei quali la metà di bosco. Tutti i politici ed i politicanti della nostra Isola dissero allora: mai più. Poi è arrivato il 2020, ed è stata un’escalation. E adesso nel 2021 è difficile stimare danni e dimensioni.

Ma chi sono gli incendiari? Sicuramente non sono i barbari che ci furono offerti da studiare sui libri di Storia. Ed è stramo che ai nostri giorni sia così difficile individuare le corporazioni e le realtà che questo tipo di inclinazioni distruttive le posseggono, le coltivano e le mettono in atto.

Gli incendi continuano ancora oggi -2 agosto- a distruggere ettari di macchia mediterranea da Trapani a Catania, da Palermo a Ragusa.

A Palermo e provincia, con la temperatura che ieri  ha toccato i 40 gradi (a Contessa E. ieri abbiamo avuto 39°), le squadre  antincendio dei vigili del fuoco e della forestale furono impegnate in una ventina di fronti: a Camporeale, a Corleone, a Valledolmo, a Castronovo di Sicilia nei pressi di un Motel, a Trabia, Belmonte Mezzagno e Villafrati.

Tutto ha dell'incredibiòle!  Possibile che nessuno vede, capisce, conosce ?

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