Nei prossimi giorni/settimane riprenderemo la serie " Castelli e casali. Dagli arabi agli aragonesi: piccoli appunti e suggerimenti" attualmente ferma alla decima pagina. Ci soffermeremo in maniera più puntuale sulla presenza e sul ruolo del presidio militare bizantino di Calatamauro, denominazione questa (Calatamauro) tuttavia chiaramente araba.
Dalla sommità dell'altura di Calatamauro si vedono le coste da Sciacca ad ampie parti del trapanese. |
Nella seconda metà dell'VIII secolo ebbero inizio in Sicilia le scorrerie saracene, pertanto i "Rum" (= i romani d'Oriente, ovvero i bizantini) misero in atto un piano di costruzione di alcune fortezze da realizzare nell'Isola per difenderla dalle probabili invasioni. Quello stesso piano, con le identiche finalità, fu fatto proprio un paio di secoli dopo in ottica strategica pure dai normanni che intesero pure essi mantenersi vigili rispetto alle scorrerie saracene.
I bizantini si proposero di realizzare dei "centri di resistenza"; oggi li definiremmo presidi in rete sul territorio a difesa delle aree più facilmente esposte alle scorrerie islamiche, che corrispondevano all'intero Vallo di Mazara e all'area agrigentina-Platani.
Calatamauro fece parte pertanto -sulla base di quei presupposti- di una relativamente fitta rete di fortilizzi che aveva il compito di resistere alle scorrerie e -successivamente- alla conquista araba dell'Isola. E non solo!
Un caro ed anziano amico contessioto che vive altrove, da sempre studioso di storia locale, oltre a condividere il ruolo che gli storici accademici attribuiscono a Calatamauro ci ha voluto sottolineare il ruolo di "allerta" e di "comunicazione" che il presidio assolveva. Da Calatamauro -infatti- i messaggi che viaggiavano tramite segnali di "fuoco e fumo" venivano raccolti dalla costa che va da Sciacca a Mazzara, per venire immediatamente ritrasmessi ad altro presidio di allerta che insisteva nell'altro versante della costa siciliana, nei pressi di Castellamare e da qui subito a Palermo. Erano attraverso queste vie che viaggiavano gli allarmi sulle scorrerie saracene. Attraverso metodiche similari quei messaggi dovevano inoltre raggiungere -ovviamente- Siracusa, capitale della Sicilia bizantina.
Attraverso Calatamauro in pratica passavano le informazioni, sia di allerta che quelle altre riservate e attinenti al sistema di difesa bizantino.
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