Gino Strada, leggo su un giornale che, non era un santo ma un grande idealista come tanti lo erano stati a fine ottocento e che si dedicavano ad aiutare gli ultimi del mondo su tutti i campi di battaglia possibili.
Gino Strada è morto come voleva lui, sul campo con il bisturi ancora in mano! Chissà cosa oggi, in queste ore, avrebbe pensato e cosa avrebbe fatto con quanto -molti temono- accadrà nei prossimi mesi in Afganistan dove l'in-civile Occidente scappa lasciando in preda ai talebani quanti di esso si erano fidati ed attendevano una democrazia consolidata. Scappa lasciando in preda ai talebani (=gli studenti del Corano) tutti coloro (molti o pochi) che pensavano alla democrazia e al riscatto della dignità umana.
Certo, non competeva agli Occidentali insegnare la democrazia a popoli di cultura e tradizione diversa. Ma venti anni fà l'Occidente andò lì in seguito agli attentati alle torri gemelle di New York e per snidare il mondo del mandante di quegli attentati, Bid Laden. Il ritorno dei talebani alla guida del paese afgano non può quindi lasciare indifferenti.
D'altrone venti anni per far germogliare la democrazia sono pochi, sono nulla. Verrebbe da sperare che il mondo globalizzato non debba servire solamente all'economia ma pure alle coscienze umane e comunque alla salvaguardia dei percorsi di ciascun popolo in direzione della dignità degli individui, degli esseri umani.
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