===La Corte Secreziale,… …. oggi diremmo: l’Amministrazione feudale
===La Corte Giuratoria ……..oggi diremmo: l’Amministrazione comunale
===La Corte Capitaniale ….…oggi diremmo: l’Amministrazione giudiziaria
Tutte e tre le amministrazioni erano diretta emanazione del feudatario del tempo.
In una stanza dell’edificio, che veniva definita “cautelata”, vi era la Cancelleria, dove stavano custoditi i Capitoli di concessione agli arbereshe e pure i libri dell’annuo importo d’introito, ed esito dell’Universita’.
L’assetto che regolava la vita amministrativa e giudiziaria del Regno di Sicilia era uniforme in tutte le Università (= in ogni comunità di origine baronale).
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Avremo modo nel più lungo termine di capire come funzionava l’apparato baronale locale, composto sempre da personaggi che in via di fatto hanno tracciato la storia di Contessa Entellina e contestualmente, pur in mancanza di legislazione a tutela della realtà linguistica e religiosa degli arbereshe, si sono molto adoperati perché l’identità fosse salvaguardata, e sia arrivata fino ai nostri giorni. Avremo modo di capire come e perché ciò sia stato possibile, al punto che sia stato favorito al massimo nel periodo feudale il mantenimento dell’identità arbereshe e completamente -se non volutamente- contrastato da alcune amministrazioni ufficialmente democratiche del periodo repubblicano (da alcune, seppure non da tutte).
Adesso che la Costituzione repubblicana e la legislazione ordinaria prescrivono obblighi di salvaguardia identitaria e linguistica attraverso le scuole stiamo assistendo all’estinzione accelerata di ogni specificità locale. Di chi la colpa? della scuola, delle famiglie o del modello di società in cui ci ritroviamo? o forse dell’intero complesso?
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