Il rapporto annuale sullo Stato di diritto
- I moniti dell’Europa all’Italia
Lo Stato di diritto sussiste nello “Insieme di una democrazia effettiva e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti alle minoranze. Esso è inoltre uno dei criteri politici che i paesi devono soddisfare se desiderano aderire all’Unione”. Lo si legge sulla relazione annuale della Commissione Europea relativa allo Stato di diritto, con riguardo a:
—i sistemi giudiziari nazionali,
— i quadri anticorruzione,
— la libertà e il pluralismo dei media,
— ed altri sistemi di controllo istituzionali.
a) il livello di digitalizzazione dei tribunali penali e degli uffici dei procuratori;
b) di adottare la proposta legislativa in sospeso sui conflitti di interesse e istituire un registro operativo per le lobby;
c) di regolamentare le informazioni sui finanziamenti ai partiti e campagne elettorali;
d) di tutelare i giornalisti e garantire l’indipendenza dei media;
e) di creare un’istituzione nazionale per i diritti umani in linea con i principi Onu.
Per la Commissione non sono stati fatti progressi «nel continuare il processo legislativo per riformare e introdurre salvaguardie per il regime sulla diffamazione, la protezione del segreto professionale e delle fonti». E «la riduzione dell’ambito di applicazione del reato di traffico di influenze illecite dovrebbe essere controbilanciata da norme più rigorose in materia di lobbying».
Sulla giustizia, «le modifiche proposte dei termini di prescrizione potrebbero ridurre il tempo disponibile per svolgere i procedimenti penali». Sull’intendimento di istituire il premierato si legge che «alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali».
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