Quinta parte
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Riflessione undicesima.
(Procreare a sessant’anni, sostituire organi, manipolare il segreto del DNA… cosa ci riserva la scienza?)
L’elenco può essere lungo, e ancora sorprenderci, ma non deve sdegnare. Guardiamo alle implicazioni della fecondità protratta: quando si moriva a quarant’anni, la menopausa era una scadenza fatale, accettata come la fine di una stagione fisiologica. Ma oggi che a sessant’anni sappiamo di doverne vivere almeno altri venti, c’è il tempo per crescere e godersi un figlio! Non è un’opportunità da cogliere comunque, da parte di chiunque, ma chi è in grado di affrontare da ogni punto di vista l’evento perché dovrebbe negarselo? Protesi e trapianti, senza dubbio, miglioreranno la qualità della vita; sarà possibile persino allungare il tempo dell’amore. L’atrofia, ma anche l’usura fisica, la stessa stanchezza potranno essere vinte stimolando latenti cellule giovani. Di più: si potrebbe conservare il seme dei longevi per riprodurre la loro perfezione biologica. Fantamedicina? Se serve a rendere più equo, e più felice, il destino dell’uomo, facciamole largo. Purché non interferisca, umiliandola, nella sfera della dignità umana.
Riflessione dodicesima
(Esistono realtà dove si dà risposta all’emergenza e al bisogno degli anziani?)
Si, il Canada-British Columbia, dove i servizi per gli anziani sono affidati ad un’organizzazione non medica, grazie alla quale un solo individuo ha la responsabilità di risolvere tutti i problemi della persona che le viene affidata. Una specie di “angelo custode” laico, che ti difende anche dall’ospedale; come farebbe una madre, di fronte a qualunque ostacolo, per un figlio handicappato. Ciò’ ha voluto dire la scomparsa di ospizi, cronicari, case di riposo.
Riflessione tredicesima
(Quando si arriva alla fine, negli anziani si vedono delle anime avvilite che animano corpi in disfacimento. Chi è l’uomo alla fine della sua storia?)
Un vincitore. Vinto e’ chi muore giovane, chi cade prima di arrivare in cima alla montagna. Il vecchio ha ancora dei compiti: avendo conosciuto quasi tutto il percorso, può indicarlo agli altri. E’ Adamo, o Eva, che ridanno inizio, continuamente, a se stessi. E’ la natura che ritenta sempre, con ostinato ottimismo. Se la vecchiaia ha un talismano, questo consiste nel mantenere il sogno di quando si era giovani. Certo, lo stato economico e’ condizionante: per coloro che godono di buona salute, e di pensione adeguata, la vecchiaia è un insperato e piacevole allungamento della vita; ma per i meno fortunati e’ una prova ingiustamente severa, addirittura punitiva. Che umilia, proprio all’arrivo, tutto il senso del viaggio.
(Segue)
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