Il Servizio Sanitario (2)
Nelle ormai frequenti manifestazioni di protesta vengono contestati i tagli agli esami, farmaci e posti letto |
Come un singolo cittadino può riuscire a capire l’immenso ed intricato contesto e come può muoversi nelle situazioni di bisogno all’interno del complesso sistema, che, sappiamo, è preposto a dare risposte ai bisogni di salute, di recupero, di mantenimento o miglioramento del benessere fisico e persino psichico?
In Italia, negli anni del primo centro-sinistra si puntò a definire le caratteristiche qualitative e quantitative del sistema fino al punto di definirlo “universale” (prestazioni assolute e complete, dalla culla alla bara). Da quegli anni, ormai lontani, il modello ha subito troppe evoluzioni ed i soggetti istituzionali (e politici) coinvolti, le distribuzioni di funzioni ed i poteri sui territori sono ampiamente cambiati (temi: regionalizzazione, autonomie decisionali, livelli assistenziali …).
Proveremo, per qualche tempo, ad accennare sul blog la portata di certi linguaggi del settore sanitario: accessibilità ai servizi, sicurezza, urgenza, natura del bisogno e qualità della risposta. E ci chiederemo se vale ancora quella formula di “assistenza dalla culla alla bara” che i padri della riforma, negli anni settanta del Novecento, prefigurarono sulla scia del rapporto Beveridge: esso teorizzava l'intervento dello Stato come garanzia della pienezza dei diritti sociali per tutti i cittadini tramite un sistema che li seguisse "dalla culla alla tomba", assicurando reddito, alimentazione, alloggio, istruzione e cure mediche.
(Segue)
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