Per poter governare, possedendo una maggioranza parlamentare, un partito deve poter contare su almeno 289 eletti all’Assemblea Nazionale. Al primo turno sono stati già assegnati 76 seggi: 39 al Rassemblement national (estrema destra), 31 al Nouveau Front populaire (aggregazione di Sinistra con socialisti, comunisti e gruppi altri, 2 ai macronisti, 1 ai gollisti e 3 ad altri partiti.
Come funziona il doppio turno e perché è decisiva l'affluenza?
I seggi che si decidono al secondo turno —501 in tutto — il 7 luglio.
Ad esso parteciperanno i candidati «qualificati» che hanno ottenuto il voto di almeno il 12,5% degli elettori registrati nella circoscrizione al primo turno. Si tratterà di due candidati, ma l’alta affluenza del primo turno (66,7%) ha favorito in decine di collegi l’avanzamento di tre candidati: in tutto, sono più di 300 le «triangolazioni» previste per il secondo turno e, in alcuni casi, sono passati addirittura quattro candidati.
Il fronte delle Sinistre ed i macroniani se vogliono bloccare l’estrema destra dovranno concentrare i voti su un unico candidato. Gli accordi di desistenza vanno definiti entro le 18 di domani.
Al secondo turno per vincere è sufficiente ottenere la maggioranza relativa.
In vista del secondo turno, il blocco di Sinistra ha invitato i suoi candidati passati al terzo posto a bloccare l'estrema destra ritirandosi. I macroniani invece, sono divisi sull'atteggiamento da adottare nei confronti dei candidati della France insoumise: Emmanuel Macron ha evocato una «larga unione chiaramente democratica e repubblicana» per sbarrare la strada al Rn; il premier Gabriel Attal ha annunciato invece che i candidati della maggioranza presidenziale arrivati terzi si ritireranno per favorire i candidati che si oppongono al Rassemblement e che «difendono come noi i valori repubblicani» (in pratica, lasceranno spazio ai candidati del Nfp, esclusi solo i più estremi della France Insoumise»).
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