La politica agricola della Comunità Europea
L’Europa, la parte occidentale dell’Europa, da più’ decenni persegue una politica di unità di intenti e di valori, caratterizzati dalla democrazia politica, dalla libertà di mercato e dalla tolleranza etnica e religiosa. Contesto questo diverso dai regimi comunisti vigenti nell’est del continente nei primi decenni post seconda guerra mondiale e dal regime semi fascista vigente nell’ex Unione Sovietica, oggi.
Un’opera rilevante sviluppatasi nella parte occidentale del continente e’ l’Unione Europea, il cui fine è quello degli Stati Uniti d’Europa, sempre che l’ondata neo fascista e nazionalista che serpeggia in più Stati non vanifichi i sogni di tanti grandi personaggi che a quel disegno hanno dedicato l’impegno politico.
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Di tanto in tanto dedicheremo sul blog pagine per cogliere lo spirito di ciò che è stata la “politica agricola” comunitaria.
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Il Trattato istitutivo della CEE si occupa di agricoltura nel Titolo secondo della Parte seconda , agli artt. da 38 a 47.
Come da consolidato procedere del blog, nel lungo termine, affronteremo tematiche ora semplici ed ora memo semplici per cogliere spirito e sostanza della vasta normativa comunitaria del comparto agricolo. Ci saranno pagine ovvie ed altre meno e però tutte utili per noi residenti nelle zone interne della Sicilia dove, ad oggi, l’agricoltura costituisce l’asse portante del vivere.
L’art. 38 delimita il concetto di ciò’ che debba intendersi per prodotti agricoli: “ i prodotti del suolo, dell’allevamento e della pesca” nonché i “prodotti di prima trasformazione”. Viene ancora precisato che per “mercato comune” si comprende sia il comparto primario, l’agricoltura che il commercio dei prodotti agricoli.
Da quell’iniziale Trattato sono sopraggiunte tantissime ulteriori novità, comunque iniziamo il nostro procedere sul blog cogliendo alcuni vocaboli che ricorrentemente cogliamo nel linguaggio dei media:
PAC, nel gergo comunitario vuole significare:
—iniziative per l’incremento della produttività attraverso lo sviluppo del progresso tecnico e l’impiego ottimale dei fattori produttivi e in particolare della manod’opera.
— un equo tenore di vita della popolazione agricola attraverso il miglioramento del reddito degli agricoltori.
—la stabilizzazione dei mercati,
—la sicurezza degli approvvigionamenti,
—la garanzia di prezzi ragionevoli per i consumatori.
La realizzazione di tutti questi obiettivi li si è voluti affidare alla politica di mercato; nessuna vocazione quindi a provvedimenti d’autorità, ne’ alla politica delle strutture.
(Segue)
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