Dai Vespri siciliani ai Peralta-Cardona
Abbiamo in precedenza evidenziato che l’intento delle pagine dedicate al Regno di Sicilia è quello di esplorare il modo di funzionamento del regime, del modo di operare baronale nel dopo Vespri siciliano, il periodo successivo al regno di Federico III d’Aragona, il re insediatosi dopo l’avvenuta cacciata dall’Isola degli angioini francesi. Ci proponiamo infatti di studiare l’assetto sociale e quello giuridico entro cui poi imbatteranno gli arbereshe giunti sui territori dei Cardona nel XV-XVI secolo.
Egli nel ruolo legislativo promulgò:
1) le Costitutiones Regales (=leggi costituzionali poste a base dell’ordinamento siciliano) nello stesso giorno, e nella stessa seduta parlamentare in cui fu eletto re di Sicilia. Il testo in realtà fu un codice comprendente ben 35 testi legislativi, distribuiti in tre libri: Federici Tertii Excellentissimi Regis Siciliae Constitutionum Regalium Liber primus, Liber secundus, Liber tertius).
2) Alle Constitutiones Regales seguirono, appena sette mesi dopo, i 50 Capitula Alia (promulgati con la seduta parlamentare svoltasi a Piazza Armerina il 13 Novembre del 1296.
3) Nel 1309 promulgò le 21 Ordinanze Generales nel Parlamento di Messina (Capitula Regni Si Iliade).
4) Nel 1325, le 5 Constitutiones factae in Castro Joanne;
5) Nel 1332, le 2 Constitutiones factae in urbe Panormi.
Per lo storico Francesco Renda, la modernità di Federico III si coglie nella Costituzione del Regno di Sicilia, articolata in 35 articoli (Constitutiones Regales) promulgati nella seduta parlamentare, lo stesso giorno in cui egli fu eletto re di Sicilia.
In senso tecnico, sono tanti a sostenerlo, Federico III fu il primo monarca che consegnò al regno di Sicilia una costituzione nello stesso giorno in cui fu da un Parlamento eletto sovrano.
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