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mercoledì 24 gennaio 2024

Flash sulla Storia Patria

  Problemi enormi

Con una serie di brevi flash sulla vicenda storica dell’Italia unita ci proponiamo di ripercorrere oltre centosessant’anni di unità del Paese Italia, soffermandoci sulle principali vicende sociali, politiche ed economiche. 

Cosa puo' proporsi un piccolo blog con le disamine che di volta in volta va sviluppando? Semplicemente di provare a diffondere coscienza civica.

1861 e poi ...

  E Mazzini? 

Protagonista del processo unitario dell'Italia sono stati entrambi, Cavour e Garibaldi, senza alcun dubbio, ma non esclusivamente loro. Esistono -almeno- altri due protagonisti: uno è sicuramente Giuseppe Mazzini e l'altro Vittorio Emanuele II, due personaggi che fra loro non hanno nulla a che fare, come non esisteva alcun rapporto amicale fra Cavour e Giuseppe Garibaldi.

Se l'impresa dei mille vide in qualche modo coincidenti sentimenti ed iniziative di Cavour e Garibaldi, nel contempo non stette fermo Mazzini (ed ovviamente Vittorio Emanuele che concedeva deleghe di azione a Cavour, ma nello stesso tempo usava suoi personaggi fidatissimi per tenere sotto controllo lo svolgimento e le iniziative degli altri attori di cui non si fidava affatto. Effettivamente i quattro padri della Patria fra loro non si fidavano l'uno dell'altro).

Mazzini, possedeva una strategia tutta sua che sintetizzava  nello slogan: Al Centro, mirando a Sud. Egli più che la spedizione dei Mille, su cui lavorò Garibaldi col distacco, quanto meno diplomatico del governo piemontese di Vittorio Emanuele e di Cavour, immaginava una spedizione di volontari che partisse dalle Romagne e dalla Toscana per liberare il centro Italia dal potere pontificio mentre in Sicilia immaginava dovesse scoppiare una delle solite sommosse. Sull'ipotesi mazziniana discussero, indipendentemente ciascuno dall'altro attore, gli stessi che saranno ritenuti i quattro padri della patria (anche se lo stesso Mazzini era inseguito da una infinità di mandati di cattura, e tanti spiccati dal Regno dei Savoia), ma Garibaldi volle anticipare, in via di fatto la sua iniziativa con i suoi "Mille". Gli storici, oltre e fra i quattro grandi "padri della Patria" collocano anche l'arbereshe Francesco Crispi che, unico, era capace di dialogare con ciascuno dei quattro, oltre che operare da sé.

 Tutti e quattro i grandi della Patria avevano posizioni contrastanti con ciascun altro e addirittura personalmente si odiavano, ma Francesco Crispi, in origine mazziniano di ferro, in quel passaggio storico e politico prossimo alla spedizione dei mille assolse ad un ruolo di straordinario collegamento e soprattutto di convincimento. In realtà, nella veste -appunto- di mazziniano, aveva lavorato con Francesco Riso, perchè tra il 3 ed il 4 aprile del 1860 scoppiasse una vasta rivoluzione anti-borbonica a Palermo. L'evento fu scoperto in anticipo e soppresso dai borbonici e lo stesso Riso perse la vita. Da quella circostanza Crispi, quasi con immediatezza, passò a sostenere una iniziativa che partisse dal Piemonte.

Vittorio Emanuele per intanto non era mai rimasto passivo, aspettando che le iniziative fossero impostate dal suo primo ministro. Proprio in quell'inizio del 1860, senza che Cavour sapesse nulla, partecipò ad una grande sottoscrizione fra patrioti che senza coinvolgere -ufficialmente- lo stato Piemontese, fosse destinata all'acquisto di armi da spedire in Sicilia e distribuirle ai contadini. Quegli episodi anti borbonici, nelle intenzioni del re piemontese, dovevano servire alla grande iniziativa che sarebbe stata avviata da Garibaldi senza ufficiale assenso piemontese.

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