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sabato 13 gennaio 2024

Vita locale (13)

 La discussione fra amici

sulla realtà storica che fu di Kuntisa

Non sono molti i residenti a Contessa Entellina che si appassionano alla Storia locale, ancora meno sono coloro che mostrano interesse sul destino a cui è avviata la tradizionale parlata locale, l’arbereshe.

Qui da noi, si contano sulle dita di una mano coloro che prendono atto e si dolgono delle stime  e delle proiezione culturali che fissano a non oltre il 2050 l’estinzione definitiva della parlata arbereshe locale (quando saranno meno di dieci unità gli ultimi anziani che ancora lo parleranno).

Restando sulla vicenda storica, le origini del paese risalgono agli albanesi che a cavallo fra il XV ed il XVI, per più ragioni, lasciarono la terra d’origine e furono accolti dai baroni locali, i Cardona-Peralta, che in conseguenza  dello status nobiliare si occupavano sia del governo baronale-feudale del Vallo di Mazara che -per alcuni periodi- del governo vice-regio dell’Isola, su mandato della monarchia spagnola. Governo vice regio che per più tempo ebbe sede a Messina, città dove era vitale, ancora allora, la religiosità della tradizione bizantina-costantinopolitana. Saranno anche figure di clero del messinese a garantire -nella nascente Contessa- la continuità religiosa bizantina a beneficio dei nuclei albanesi che ebbero a stanziarsi nei territori baronali dei Cardona-Peralta.

Hora Kundisë (in albanese) è, si sente affermare (dai pochi che ancora conoscono le origini), uno dei più antichi insediamenti albanesi in Sicilia. Esso, insieme a Piana degli Albanesi, Santa Cristina Gela, Mezzobusto e Palazzo Adriano, si distingue dalle aree limitrofe per identità culturale e tradizioni, e sopratutto per la lingua arbëreshë e per il rito religioso di impronta bizantina. Il gruppetto ormai ristrettissimo degli orgogliosi delle origini degli avi, racconta che il nuovo centro abitato fu denominato Contessa ( Kundisë), e poi  ma secoli dopo la fondazione, con R.D. del 29 giugno 1875 n. 2500, assunse il nome attuale di Contessa Entellina.

Il nome si deve, non ad Eleonora d’Aragona che visse nel 1300 (esattamente  1306-1405, quando gli arbereshe in Sicilia erano ancora da venire), bensì a Caterina Cardona (1), marchesa di Giuliana e contessa di Chiusa, che, appunto, negli anni successivi al 1450 autorizzo’, e sostenne, da contessa quale era, la fondazione del paese a Valle di Brjignet (2). Qui essa fece stanziare sia gli albanesi provenienti dal Casale di Bisiri, presso Mazara, che quelli successivamente arrivati dal messinese che, tutti, per alcuni decenni -in situazione di provvisorietà e di precarietà- furono stanziati nelle aree alle falde di Castello Calatamauro.

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(1) Caterina era figlia di Raimondetto, figlio illegittimo di Guglielmo Peralta, e sposò Alfonso Cardona.

(2) in un precedente testo riportato sul blog abbiamo motivato la  fondazione del centro abitato a Valle di Brjignet.

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