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martedì 30 gennaio 2024

Un Personaggio


Angelo Panebianco:  e’ un politologo e saggista, di impostazione teoretica liberale influenzata dall'elitismo e dal realismo politico.

Nascita11 giugno 1948 (età 75 anni), Bologna



 L’Occidente di fronte

al suo declino.




Quali sono le conseguenze di una guerra 

perduta? C’è, ovviamente, prima di tutto, 

il dramma che vivono gli sconfitti

 («guai ai vinti»). 

Ma c’è anche la drastica perdita di credibilità, 

e quindi di prestigio, delle potenze che 

avevano sostenuto e aiutato la parte perdente 

nella guerra. Nel mondo degli Stati, 

perdere credibilità e prestigio significa

perdere potere a favore delle potenze concorrenti. 

Le cose non vanno bene in nessuna delle 

due guerre in cui gli occidentali sono coinvolti, 

in Ucraina e in Medio Oriente. Nel caso 

dell’Ucraina (la guerra dimenticata dal mondo 

dell’informazione dopo il 7 ottobre), Putin ha 

ottime ragioni per gioire: sul campo gli 

ucraini sono bloccati e il sostegno occidentale,

 come del resto Putin aveva previsto, vacilla. 

Basta poco: la superiorità militare russa 

(più combattenti, più armamenti) potrebbe 

presto assicurargli la vittoria. Gli basterebbe 

decidere — magari dopo le elezioni in Russia — 

una tregua d’armi (che gli occidentali si 

affretterebbero ad accettare con gioia sulla 

testa degli ucraini) allo scopo di riprendere fiato. 

E poi riaprire le ostilità (per la conquista di Kiev)

 dopo poco tempo contro una nazione ucraina a 

quel punto demoralizzata. 

In Medio Oriente, si può dire che Israele — che 

ben difficilmente riuscirà a spazzare via 

definitivamente Hamas da Gaza — ha già perso 

Usu un terreno cruciale: quello della propaganda.


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