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domenica 28 gennaio 2024

Storia del Cristianesimo

 Brevi Riflessioni n. 4

Restando a ragionare attorno al messaggio "dell'amatevi come io ho amato voi" che alcuni definiscono il Testamento di Gesù, per chiunque sarebbe naturale ritenere che il primo fine dei "cristiani" dovrebbe essere  il perseguimento dell'unità. Di fatto, all'alba del diffondersi della nuova religione furono elaborati alcuni documenti  ed il primo -stando agli storici- fu la Didaché o Insegnamento dei dodici apostoli; si tratta di un documento catechetico scritto nella prima metà del II secolo, dal quale estrapoliamo: "Come questo pane spezzato si trovava prima sparso sui monti e dopo essere stato raccolto è diventato uno, allo stesso modo si riunisca la Chiesa da tutte le estremità della terra". Da quel momento tutti i cristiani hanno recepito nei loro formulari questa invocazione. Se non chè da allora, dalle origini, esistono decine e decine di Chiese, l'una separata dalle altre, e tutte si dichiarano cristiane.

Già alle origini, San Paolo rilevava e scriveva di scissioni e contese fra coloro che si proclamavano cristiani e alcuni di costoro si autoproclamavano "Io sono di Paolo", "Io invece sono di Apollo" e "Io di Cefa" (1 Cor 1,12). Già in quell'alba del Cristianesimo si provò di trovare quanto meno un raccordo fra i diversi modi di intendere il messaggio di Gesù e si tenne una riunione a Gerusalemme per trovare un raccordo fra tutti circa gli obblighi e le visioni del potersi dichiarare cristiani (At 15, 1-29). 

Al di là delle iniziali differenti letture del messaggio, il cristianesimo ebbe da subito una espansione rapida ed il che richiese l'esigenza di una organizzazione ecclesiale che indusse alcuni a prendere -sia pure con adeguamenti- l'organizzazione del potere civile e politico di Roma diffuso sull'intero bacino mediterraneo. Nella parte orientale dell'Impero esistevano più centri politico-culturali (Gerusalemme, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli) rispetto alla parte occidentale dove l'unico faro sia politico che culturale  era quello romano. 

L'assetto ecclesiastico che i primi cristiani vollero darsi non fu altro che un ricalco dell'assetto organizzativo imperiale. Alla provincia imperiale venne affiancata l'eparchia ecclesiastica, con a capo un vescovo metropolita.

La chiesa imperiale (seguace del
credo niceno e dei quattro concili
ecumenici di Nicea, Costantinopoli I,
Efeso e Calcedonia) era divisa in
cinque Patriarcati:
Roma,
Gerusalemme,
 Antiochia
e Alessandria
(quelli
originali) più Costantinopoli (la più
 recente aggiuntasi).



 Successivamente l'Impero cambiò assetti ed estensioni e la Chiesa non tardò ad adeguarsi, procedendo appunto nella parte orientale ad istituire le diocesi: Tracia del Ponto (capoluogo Cesarea), Asia (capoluogo Efeso), Oriente (capoluogo Antiochia), Egitto (capoluogo Alessandria). In queste regioni l'autorità esclusiva dei vescovi derivò, all'inizio in via di fatto e successivamente sancito nel canone IV del Concilio di Nicea (anno 325), e poi nel canone II del primo Concilio di Costantinopoli (anno 381). Da questi presupposti sorsero i distinti Patriarcati del Medio Oriente.

 Patriarcato più antico è comunque quello di Alessandria. Vedremo in seguito come e quando sorge il ruolo della sede di Roma.

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