Ci piace riportare il testo pubblicato, per
la ricorrenza del 17 gennaio, nel 2013.
Coloro che nel gennaio 1968 erano in età scolastica o lavorativa ricorderanno come annualmente il 17 gennaio, ricorrenza di Sant'Antonio Abate, nella piazza Matrice Papas Janni di Maggio e Papas Gaspare Schirò procedevano alla benedizione degli animali.
Era quella ancora una società contadina dove gli animali domestici erano e vivevano fraternamente con l'uomo. Spesso negli stessi ambienti, negli stessi locali.
Era una tradizione secolare quella di portare muli, vacche, capre e pecore nel pomeriggio del 17 gennaio davanti la Chiesa Madre per farli benedire dai sacerdoti. Era un modo per dire che l'uomo non può e non deve essere egoista, la natura ed il mondo animale sono pure essi "bene-detti" da Dio.
Col dopo terremoto il mondo contadino è andato scemando e con esso anche la tradizione di bene-dire gli animali. Una tradizione talora ripristinata senza tuttavia riuscire a riprodurre gli antichi significati.
FESTA DI SANT'ANTONIO
Vitelli, caprette e agnelli, mucche, galline e muli affollavano gli spazi antistanti la Chiesa Madre di Contessa Entellina fino a quando vigeva la società contadina.
Nella foto del 1930, il parroco Papàs Gassisi, con Papàs Kola LoIacono (a sx di chi guarda la foto) e Papàs Pietro LoIacono (a dx) procede nel rito di benedizione degli animali.
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