Problemi enormi
Con una serie di brevi flash sulla vicenda storica dell’Italia unita ci proponiamo di ripercorrere oltre centosessant’anni di unità del Paese Italia, soffermandoci sulle principali vicende sociali, politiche ed economiche.
Cosa puo' proporsi un piccolo blog con le disamine che di volta in volta va sviluppando? Semplicemente di provare a diffondere coscienza civica.
1861 e poi ...
Quel Garibaldi
Nel gennaio del 1861, restavano ancora da sottrarre ai Borboni le tre cittadelle di Gaeta, Civitella del Tronto e Messina, e tuttavia Cavour decise che quello era il momento per indire le prime elezioni politiche per insediare il primo Parlamento italiano. Effettivamente Cavour non mancò di intuito; il suo partito "moderato" vinse trionfalmente.
In aprile si tenne la prima seduta, e da subito venne a trovarsi davanti enormi problemi creatigli dalla minoranza di "Sinistra", attraverso la figura molto ingombrante di Giuseppe Garibaldi. Questi, all'inizio del mandato fece sapere ai suoi che non intendeva occuparsi di politica, ma sulle insistenze dei suoi estimatori, di Crispi in particolare, decise di partecipare ai primi lavori della Camera.
I testi di Storia sottolineano che Egli non si recò alla Camera, ma vi irruppe in camicia rossa e poncho grigio sulle spalle. I deputati della Sinistra lo accolsero con un lungo applauso, i parlamentari della maggioranza, di contro, lo accolsetro con un lungo mormorio di disapprovazione e di sarcasmo.
Dopo avere ascoltato i discorsi di Ricasoli e di Fanti chiese di poter parlare: "Dovendo parlare dell'armata meridionale dovrei narrare dei fatti ben gloriosi: i prodigi da essa operati furono offuscati solamente quando la fredda e nemica mano di questo ministero (rumori) faceva sentire i suoi effetti malefici (urla). Quando, per amore della concordia, l'orrore di una guerra fratricida provocata da questo stesso ministero ...". E scoppiò nell'Aula un grandissimo pandemonio con Cavour che urlava: Non è permesso di insultarci!. E Garibaldi che ancora più forte gridava: "Si, una guerra fratricida!".
La seduta venne sospesa per il tempo necessario che si calmassero gli animi, quindi ripresero i lavori d'aula con Bixio che prosegui il discorso, avviato da Garibaldi, che manifestava il disagio dei garibaldini tutti. Riprese quindi nuovamente Garibaldi: "Quando arrivai a Torino, -riferendosi alla campagna militare del 1859- accorrevano i volontari, ma a me non si davano che i gobbi e gli storpi...": una frase che riempì di orgoglio i banchi della Sinistra, ma subito Cavour intervenne: "C'è, tra il Generale e me, un fatto che ci separa: io ho creduto di adempiere il mio dovere consigliando al Re la cessione di Nizza".
Effettivamente fra Garibaldi e Cavour c'era quell'iniziativa governativa di avere ceduto la citta natale di Garibaldi alla Francia di Napoleone III; ma non solamente quell'episodio. Nell'Italia unita era iniziato il confronto prettamente politico fra destra/sinistra, fra moderati/progressisti. Ognuno dei fronti prettamente politici intendeva rivendicare il merito dell'Unita del paese e soprattutto il diritto di tracciare il volto della nuova Italia. Per più decenni prevarranno i moderati e addirittura i conservatori.
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Nell'Ottobre del 2017, sulla scorta di alcune carte pervenuteci da un amico oggi deceduto, avevamo pubblicato sul blog il testo che qui riproduciamo integralmente, sul periodo post-garibaldino contessioto.
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6.Ottobre.2017
Vogliamo riesaminare il passato per comprendere
meglio il presente e noi stessi in tutte le nostre
dimensioni: ragione e cuore, coscienza e subconscio,
storia e società, scienza e cultura
(Hans Kung)
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