L’inflazione inghiotte
stipendi, salari e pensioni
![]() |
L'inflazione erode il potere d'acquisto di stipendi e pensioni. |
L’inflazione inghiotte
stipendi, salari e pensioni
![]() |
L'inflazione erode il potere d'acquisto di stipendi e pensioni. |
Ruolo dell’uomo nel
corso dei millenni (2)
Storici ed economisti sostengono che fino a 10mila anni a.C. l’uomo viveva semplicemente raccogliendo cereali selvatici e verosimilmente cominciava a utilizzare le sementi, quasi a voler semplicemente aiutare la natura. Quella iniziale fase dell’umanità che comincia ad “apprendere” non deve essere stata troppo lunga per consolidarsi sul piano psichico e tecnico per poi far nascere l’agricoltura. Sicuramente pero' non tutto fu facile ne’ fu rapido. Dalla autosemina di cereali selvatici, alla mietitura delle spighe prima che maturassero e poi allo sviluppo della consapevolezza che dovesse arrivarsi alla maturazione e -grazie a questi passaggi- poi a costituire scorte per il corso dell’anno ne dovettero passare di secoli a centinaia e persino a migliaia.
Gli archeologi-botanici chiamano questo lunghissimo periodo “agricoltura pre-domestica”. Anche l’addomesticamento degli animali è avvenuto attraverso una lunga, o lunghissima, serie di progressi graduali. L’acquisizione che via via veniva sviluppandosi in un’area non godeva che lentissimamente della diffusione in zone diverse. Le popolazioni “iniziate” ovviamente godevano del privilegio nel venire a contatto con altre “tradizionali” e facevano pesare a loro beneficio le avvenute acquisizioni negli “scambi” e persino iniziando le “colonizzazioni” che tuttavia si presentano come primi fenomeni di “acculturazione”. Il tutto e’ comunque avvenuto in un lasso di tempo lunghissimo, misurabile in millenni.
Ci avviamo, noi di Contessa E.,
verso la festività dell'8 Settembre. Una festa religiosa.
Celebrazione cattolico-bizantina a Contessa Entellina nella ricorrenza della "natività della Beata Vergine Maria" che cade l'8 Settembre di ogni anno. |
= = =
Essere religiosi significa, dovrebbe significare, un poco di tutto del nostro vivere. Le religioni hanno infatti a che fare col complesso del nostro vivere e del nostro morire.
Da migliaia e migliaia di anni, probabilmente dal "Neolitico", di cui ci stiamo interessando su altre pagine del Blog, i popoli, l'uomo singolo e l'uomo in comunità, si sono sempre interrogati sul senso della morte, del loro vivere, dell'universo e sulle stesse religioni, le quali tutte hanno a che fare col complesso della vita e della morte dell'uomo.
Le stesse scienze naturali che oggi studiamo con ottica prettamente laica all'Università, dall'alba dell'Umanità fino a poco più di trecento anni fa, costituivano branche o discipline religiose. E' infatti da appena trecento anni che religione e scienza procedono su piani separati, e frequentemente divergenti.
Ai nostri giorni, gente credente o non, guarda alle religioni come "comunità di persone" che condividono fra loro certi costumi di vita e certe credenze (in un Dio o in più dei) che si riuniscono in particolari templi per celebrare, meditare e studiare in un modo che ciascuno ha fatto proprio.
Alcune statistiche assicurano che almeno i 3/4 dell'umanità aderiscono ad una religione, indipendentemente se ne traggono le conclusioni o continuano a vivere indipendentemente.
(Segue)
Ruolo dell’uomo nel
corso dei millenni
![]() |
Il neolitico è stato una vera e propria rivoluzione, i cambiamenti sono stati così radicali da rappresentare una nuova concezione della vita e del progresso, avvicinando sempre più l'uomo della preistoria alla storia. |
A caratterizzare la nuova era è stata l’avvenuta affermazione dell’uomo sul resto del mondo animale e l’avvio del dominio sulla natura che lo vide conservare una parte del raccolto da usare lungo lo svolgimento delle stagioni. Detto in breve ed in altro modo il Neolitico segna il periodo dell’affermarsi dell’Agricoltura e dell’insediamento stabile dell’uomo, da nomade che era stato.
Una ulteriore riflessione che possiamo evocare in questa breve introduzione è che da almeno due/tre secoli l’agricoltura in Europa e negli Stati Uniti non è più la colonna portante dell’economia e dell’occupazione dell’Occidente. In questa parte del pianeta l’occupazione è ormai dominata dall’industria, dal prosperare delle iniziative commerciali, dalle istituzioni bancarie/ finanziarie, dalle strutture amministrative e dai servizi pubblici e da quelli dell’economia privata.
Ai nostri giorni, specialmente nel mondo occidentale, è divenuta presente e persino pervasiva la presenza della “rivoluzione tecnologica” (= introduzione dell’intelligenza artificiale in apparecchiature elettroniche molto sofisticate). Addirittura nei paesi più avanzati dell’Occidente ormai l’uomo vive nell’epoca post-industriale, ove a prevalere è il lavoro nel “terziario” rispetto a quello industriale. Ed è consolidata la centralità della “conoscenza” e delle “applicazioni scientifiche”.
Dal Novecento in poi la maggioranza della popolazione mondiale vive, per la prima volta, in stragrande maggioranza nelle città piuttosto che in campagna.
* * *
Sul nuovo mondo che prossimamente attende l’umanità e che già è presente in più’ parti del pianeta ci proponiamo di riflettere, non prima però di avere tratteggiato la vicenda umana, cominciata nelle caverne e da cui lentamente e’ uscita con l’avvento del Neolitico.
((Segue))
Contessa cinquecentesca era una comunità di poche centinaia di unità residenti, prevalentemente coltivatori della terra, qualche artigiano, qualche esponente del clero e di gente al clero legato. Sulla fase iniziale, nei primi decenni dall’insediamento, non c’è di certo -attraverso carteggi, archivi e testi vari- modo di cogliere, quello che oggi i sociologi o gli economisti definiscono, il “tessuto sociale”.
Se ciò non è, ai nostri giorni, fattibile si può almeno provare a tratteggiare quale fu il quadro umano e quello produttivo di Sciacca, sede di riferimento per qualche tempo amministrativo-politico e commerciale per i “coloni” del territorio di Calatamauro. Proveremo a farlo, a grandi linee, per alcuni giorni sul blog.
Possiamo con molta certezza affermare che Sciacca, agli occhi di quei coloni arrivati dalle coste greche e dal sud Albania e stanziatisi nell’area di Calatamauro era una piazza importante di importazione e contemporaneamente nodo di distribuzione sui territori dell’interno centro-meridionale della Sicilia.
Sciacca era (e in qualche modo resta se pensiamo ai pescivendoli che settimanalmente arrivano -anche- sino a Contessa per la commercializzazione del pescato) luogo di residenza di “venditori” di vari generi che da lì si spostavano per recarsi nei mercati o nelle fiere dell’interno dell’Isola. Non v’è dubbio che i panni e i prodotti essenziali necessari al nascere e svilupparsi della prima comunità arbereshe di Contessa provenivano da quella Sciacca dove i Peralta-Cardona e loro aventi titolo arrivarono, per qualche tempo, ad insediare una zecca che coniava moneta.
Sulla scorta di alcuni elementi documentari pervenutici proveremo più dettagliatamente di cogliere il tipo di osmosi commerciale e, per alcuni tempi, politica intercorsa fra la cittadina portuale e la realtà feudale di Calatamauro.
Situazioni surreali
All’INPS, almeno fino ad un anno fa i dirigenti dell’Ente erano fra i più ben pagati dell’intero e vasto mondo della Pubblica Amministrazione. Ci sarebbe da presumere che quell’Ente dovrebbe funzionate come un “orologio svizzero” con tanti cervelli ben sodisfatti nelle attese economiche.
Sergio Rizzo, in un suo fortunato libro “Il Titanic delle pensioni” riferisce di un caso, che pare non sia l’unico. Il nome viene presentato in sigla.
Ma la ricostruzione dei fatti non spiega come sia stato possibile che per dodici anni nessuno si sia posto il problema di un dipendente statale che figura contemporaneamente in servizio e in pensione. La questione avrebbe potuto sollevarla la protagonista. Mettetevi però nei suoi panni: quanti l’avrebbero fatto, pur sapendo che la cosa non sarebbe rimasta priva di conseguenze?
Nella fattispecie il caso non riguarda l’insegnante Franca Maria Lucentini deceduta all’inizio del 2019. Bensì i suoi eredi, ai quali la Ragioneria generale dello Stato chiede i soldi indietro. Anche se dovrebbe farseli dare da qualcun altro, e non soltanto, come hanno sentenziato il 14 Novembre 1922 i magistrati della sezione d’appello della Corte dei conti, dalle presunte responsabili del pasticcio alla scuola di Belpasso. Una di loro l’ha detto chiaramente ai giudici, che non hanno potuto non condividere le sue rimostranze sulla “incomprensibile mancanza di controlli protrattasi per ben dodici anni, durante i quali gli enti pagatori della pensione e dello stipendio non hanno riscontrato la macrostorica irregolarità “. Sembra impossibile che nessuno abbia notato non soltanto l’anomalia di pensionato che continua a ricevere lo stipendio, ma pure l’assurdità che lo Stato paghi uno stipendio ad una signora fino a 78 anni. Ben oltre la massima età pensionabile di chiunque.
Per questa serie di inconcepibili negligenze non ci sono colpevoli.
"Contento proprio contento/
sono stato molte volte nella vita/
ma più di tutte quando mi hanno liberato/
in Germania/
che mi sono messo a guardare una farfalla/
senza la voglia di mangiarla".
![]() |
Busto marmoreo dedicato a Papas Janni Di Maggio situato nello Spiazzo Greco |
Ieri, 27 Agosto 2023, su iniziativa del dott. Calogero Raviotta, animatore da sempre dei fatti cultural-locali a sfondo civile e religioso e sempre rievocativi della vicenda locale, si è svolta a Contessa Entellina la giornata culturale incentrata sulla figura di tre parroci locali: Papas Michele LoIacono, Mons. Antonino Lala, Papas Giovanni Di Maggio. Tutte figure storiche risalenti al Novecento e tuttavia ancora parte viva della memoria locale.
Alla Liturgia dedicata ai tre parroci, nella Chiesa Madre, ha partecipato il cardinale Francesco Montenegro, che dal giugno scorso assolve al ruolo di amministratore apostolico dell'Eparchia di Piana degli Albanesi.
A conclusione della funzione religiosa domenicale, nell'adiacente spiazzo Greco, è stato inaugurato un busto marmoreo realizzato dall'artista Vincenzo Muratore che rievoca la figura di Papas Janni Di Maggio, parroco di Contessa dal 1942 al 1967. L'opera è stata commissionata a ricordo del parroco e a beneficio della comunità locale dal dottor Antonio Ragusa, contessioto che da decenni svolge la professione medica in Piemonte.
Nel pomeriggio nell'Aula Consiliare, introdotta dal sindaco Leonardo Spera, si è svolta la parte della giornata culturale dedicata alla rievocazione dei parroci che hanno guidato le comunità cattoliche locali in un lungo scorcio del Novecento, a cavallo del periodo della seconda guerra mondiale. Il sindaco ha sottolineato l'impegno culturale e sociale svolto dai tre parroci a cui l'Amministrazione, ai nostri giorni e nel diverso quadro civile, non manca di attenersi con interventi e valorizzazioni a beneficio collettivo della comunità locale.
Il dott. Calogero Raviotta, animatore dell'Associazione Culturale "Nicolò Chetta" e promotore del Convegno rievocativo, ha tracciato gli scopi ed ha evocato le iniziative che da decenni persegue l'Associazione; ha ricordato che all'origine dell'indizione del Convegno sta il diario, pluridecennale, di Papas Janni Di Maggio dove sono rievocate situazioni, impegno e vocazione cristiana di quei lontani decenni e giorni.
A rievocare meriti e impegno culturale profusi in decenni non certo facili della vicenda umana e socio-politica di Contessa Entellina nel primo cinquantennio del Novecento e poi fino agli anni sessanta, è stato il dott. Elio Musacchia che di Mons. Antonino Lala, parroco della Chiesa della Favara, ha evidenziato la propensione per l'apertura socio-umano nel periodo della seconda guerra mondiale ed in favore delle condizioni della popolazione contadina, tratteggiando quindi i binari culturali e di vita a cui il sacerdote, padre Lala, si è attenuto.
Il prof. Antonio Castello, ha ricordato Papas Lino, parroco della Chiesa Madre di Contessa E. dal 1932 al 1942 e poi, fino al 1957, parroco della Chiesa della Martorana a Palermo, Concattedrale dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, col titolo di Archimandrita. Ha tratteggiato Papas Lino, come uomo aperto e connotato culturalmente, ricordando che egli è stato promotore e relatore di numerosi convegni ed editore di riviste finalizzate alla migliore conoscenza della ritualità bizantina. Papas Lino, per il diffuso approccio culturali, il vasto impegno e le relazioni umane, è stato fra le figure di primo piano adoperatosi per l'erezione dell'Eparchia.
Il dott. Antonio Ragusa ha sottolineato il ricordo devoto che egli personalmente deve alla figura di Papas Janni Di Maggio perché da ragazzo, e fino agli studi superiori, ha sempre avvertito la vicinanza umana di quel parroco. Figura questa mai lontana dalle esigenze religiose, umane e civili della comunità di quegli anni.
Il Convegno si è concluso con l'intervento del Cardinale Montenegro, che in qualche modo ricalcava l'omelia pronunciata nel corso della Liturgia svoltasi a metà giornata nella Chiesa Madre che era centrata sui benefici umani e sociali nell'esercitare la bontà, la solidarietà e la prossimità.
![]() |
I piccoli paesi di SICILIA sono schiacciati tra marginalità, intesa non solo come lontananza da servizi e funzioni vitali ma anche come carenza di opportunità di lavoro e di vita, e nuovi fenomeni migratori che interessano soprattutto giovani con buona formazione scolastica, di cui quasi la metà è donna. Il fenomeno riguarda soprattutto i comuni sotto i 5.000 abitanti |
Lo scorrere della vita
in un paesino dell’entroterra.
La marginalità
Vorremmo provare a fotografare sul blog la realtà di un piccolo centro della periferia siciliana, di quella periferia dove per arrivarci si rischia di rovinare l’automobile nuova che in tanti comprano a rate e quindi con sacrificio. Da ovunque si voglia arrivare, dal palermitano o dall’agrigentino, le strade provinciali sono un disastro e -proprio in quanto “disastro”- costituiscono uno dei ricordi indelebili di chi, per avventura, decide di fare “un salto” a Contessa Entellina.
A prescindere dalle strade provinciali, altri disastri -molto più gravi e quindi rischiosi li evidenziano le strade che nel tempo andato venivano definite “consortili”. In queste ultime mancano persino i cartelli a preannunciare l’intransitabilità totale, assoluta.
Fatalismo? Non sappiamo.
La politica? Qui si sono svolte le elezioni amministrative, pochi mesi fa, con la presenza sulla scheda di votazione di un solo simbolo di lista. Non sapremmo dire se la lista fosse di destra, sinistra o qualunquista. Nessuno dei candidati ha manifestato pubblicamente fede per una o l’altra filosofia di prospettiva politica e di vita. Sono lontanissimi -d’altronde- i tempi in cui il termine “partito politico” significava visione e percorso politico-amministrativo differente e pieno di motivazioni rispetto ad altre formazioni avverse. La competizione fra gruppi ideali inevitabilmente, produceva partecipazione di massa, spesso passione e persino “mobilitazione” per denunciare le sempre esistenti situazioni anomale ed ingiuste, e ovviamente alimentavano pure confronto franco fra i valori e le tendenze ideali di “destra”, “centro”, “sinistra”.
Certo, alcuni amici evidenziano il lato positivo del vivere isolati, lontani dai rumori ed i frastuoni della città, ossia vivere il rapporto ravvicinato dei paesini, entro cui tutti conoscono tutti e dove tutti comunicano (in linea generale) fra loro amichevolmente e con l’uso del pronome “tu”.
* * *
Avremo tempo di ulteriormente fotografare e registrare la vita di una piccola, e purtroppo in prospettiva minuscola, comunità’ che mostra di non accorgersi, o comunque di essere disinteressata rispetto al navigare in direzione del porto dell’inconsistenza politico-sociale rispetto al Paese, quello con la P maiuscola.
(Segue)
La figura dell'esattore
«Da cattolico, so che fin dai tempi
del pubblicano Levi la figura dell’esattore,
comprensibilmente, non ha mai riscosso
particolare simpatia.
Ma oggi, in una democrazia,
i soldi dell’evasione si recuperano non
per conto dell’imperatore, ma a vantaggio
della collettività.
Compresi coloro che le tasse non le pagano».
Denaro non significa successo.
I senatori in carica in questa legislatura hanno presentato richiesta, per sé medesimi, perché i loro vitalizi vengano calcolati con il metodo retributivo anziché con il contributivo, metodo quest’ultimo che è valido da tempo per tutti i comuni cittadini, per tutti gli italiani.
Qualsiasi studente sa che le riforme di natura retributiva non possono essere retroattive; e d’altronde le riforme delle pensioni hanno danneggiato sia i comuni mortali che i parlamentari; parlamentari che però hanno il vantaggio -in Italia- di poter scrivere da se stessi le regole e persino le leggi che li riguardano.
Gli incassi dei parlamentari non sono solamente quei 4.718 euro al mese, come ha provato a far credere in aula l’onorevole Fassino (parlamentare pd) alcune settimane fa. Sappiamo tutti che le varie e vere voci del cedolino dei parlamentari sono il triplo, cifre che non le guadagna nessun lavoratore dipendente e (lo scrivono i giornali) neppure i chirurghi che salvano vite e i magistrati che decidono sulle vite.
Certo, il discorso sull’avidità riguarda tutti, politici e non. Qualcuno ha detto: «Il metro del successo è il denaro». Forse costui potrebbe avere ragione se solo aggiungesse contestualmente la capacità di creare lavoro, innovare, lasciare traccia di sé, partecipare nel garantire la sanità, l’istruzione, la sicurezza ai propri compatrioti.
Riflettiamo: se la misura del successo dell’uomo è il denaro, allora i più grandi italiani — san Francesco che si spoglia dei suoi averi, Dante che muore in esilio, Cristoforo Colombo che si spegne in povertà, Garibaldi che dal Regno di Napoli porta via solamente un sacco di sementi e uno scatolone di merluzzo secco — erano dei falliti.
Fitta di impegni cultural-religiosi
la domenica contessiota
Secondo notizie che circolano in paese alla Liturgia domenicale nella Chiesa Madre, dedicata in questo fine settimana alla memoria di tre storiche figure sacerdotali locali, di Contessa Entellina, partecipera' il cardinale Montenegro, nella veste di amministratore apostolico dell'Eparchia di Piana degli Albanesi fino a quando sarà insediato il successore di Mons. Gallaro, posto a riposo per raggiunti limiti di età.
Nel pomeriggio, nell'aula Consiliare si svolgerà un convegno nel corso del quale verranno ricordate le figure di tre storici parroci locali: Papas Lino Lojacono, Mons. Antonino Lala e Papas Janni Di Maggio. I rispettivi relatori, nell'ordine, saranno: il prof. Antonio Castello, il dott. Giuseppe Musacchia e il dott. Antonio Ragusa.
Infine, per quei contessioti che vogliono chiudere religiosamente la giornata, segnaliamo che a borgo Piano Cavaliere nel corso della serata si svolgono i tradizionali festeggiamenti della domenica di fine agosto.
Il cristiano ed il bello
L’idea fondamentale è la rappresentazione
di un uomo veramente bello e perfetto.
E questo è più difficile che qualsiasi altra
cosa nel mondo, oggi in particolare.
Tutti i poeti, e non solo i nostri, ma anche gli
stranieri, che hanno tentato la rappresentazione
dello spirito veramente bello, non erano all’altezza
del compito, perché infinitamente difficile.
Il bello è l’ideale: ma l’ideale da noi, come
nell’Europa civilizzata da molto tempo, non
è più fisso e sicuro.
Esiste nel mondo una sola ed unica figura
positivamente bella, Cristo.
Questa figura infinitamente bella è senza
dubbio un miracolo perpetuo (l’intero
vangelo di Giovanni è pieno di questa
idea: Giovanni vede il miracolo
dell’Incarnazione, nell’apparizione
del bello). Sono andato troppo oltre
in queste mie dichiarazioni.
Lo sbilanciamento tra le generazioni
conduce all'invecchiamento del Paese
Secondo lo studioso il peggio non sarebbe ancora arrivato "I primi 5 mesi del 2023 sono ancora più bassi, la variazione è circa 1,5%, rispetto agli stessi mesi dell'anno precedente: quindi anche il record del 2022, 393 mila nuovi nati, siamo destinati a migliorarlo al ribasso". In effetti i dati Istat, tra gennaio e maggio, ci dicono che sono nati 148,249 persone, contro le 150.315 dei primi mesi del 2022.
Secondo la studiosa di questioni demografiche, Letizia Mencarini, che ha coniato il termine "Trappola demografica", l'origine del processo demografico negativo ha origini lontane: " In Italia, il 1977 è stato l'ultimo anno in cui la generazione dei figli è riuscita a sostituire numericamente la generazione dei genitori, con circa due figli nati per coppia. Dal 1985 in poi, in maniera velocissima, la fecondità italiana è scesa sotto l'1,5 figli per donna, per non tornare più a questo livello. Negli anni sessanta sono nati più di un milione di bambini, negli anni '90 meno di 600mila, mentre i dati dello scorso anno non arrivano neanche a 400mila"
La conclusione da trarre è che gli italiani fanno meno figli perché ci sono sempre meno persone in grado di generare figli. I genitori di oggi sono in media quei, già, pochi nati negli anni '90, e gli studiosi ci dicono che a "fecondità costante", si avranno via via sempre meno nati ogni anno. I pochi figli dei decenni trascorsi ed i pochi genitori di adesso fanno, adesso, pochi figli che, a loro volta nella generazione che segue faranno ancor meno figli.
Se il quadro generale del Paese Italia è quello che deriva dai dati Istat, quale è il quadro e la riflessione che possiamo sviluppare (secondo la scienza demografica) nel caso di un paesino (Contessa Entellina) che di anno in anno, quasi allegramente, va perdendo non solo i suoi figli più giovani, ma persino gli anziani genitori di questi che ormai, frequentissimamente, decidono di andare a vivere con i figli residenti in Germania, Svizzera ... ?
(Segue)
La politica.
«Metà dei danni di un Paese
dipendono dall’accanimento con cui
i cattivi capi frenano, ostacolano e paralizzano
quelli intraprendenti ed attivi»
Povincia di PALERMO