15 Settembre 1993
Era il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo compleanno, quando Padre Giuseppe Puglisi, comunemente conosciuto come Don Pino, fu assassinato dalla mafia.
Erano le 20.45: don Puglisi stava rientrando a casa dopo una lunga giornata di lavoro in municipio per provare a farsi assegnare uno stabile in via Hazon, da tempo luogo di spaccio, per trasformarlo in scuola.
Stava per varcare il portone di casa quando Gaspare Spatuzza lo afferra per un braccio e gli dice: “Padre questa è una rapina”.
Brancaccio era (è?) un quartiere difficile e privo di strutture come scuole e parchi. Un luogo dove la mafia era padrona. Da questo quadro sociale Padre Puglis iniziò l’opera: togliere i ragazzi dalle grinfie della mafia e dare loro una possibilità lontana dalla violenza. Si rimboccò le maniche e insieme ai collaboratori iniziò a predicare, consegnando per strada volantini e invitando passanti, sopratutto i più piccoli, a frequentare la parrocchia.
Si proponeva di liberare l’uomo, renderlo libero vero. Non portava i bambini in chiesa a pregare, nessuno l’avrebbe seguito su questa strada. Puntava invece a far capire che esiste una cultura diversa, una cultura della legalità e dell’onestà.
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