1) L'abbazia
La Madonna col Bambino di Santa Maria del Bosco |
In una posizione panoramica che domina il triangolo occidentale dell'isola, sulle pendici settentrionali del monte Genuardo, in mezzo ad un bosco di querce s'innalza il monumentale complesso monastico di Santa Maria del Bosco all'interno di una vasta area urbana costituita dai comuni di Contessa Entellina, Bisacquino, Corleone, Chiusa Sclafani, Giuliana. Eretto su un eremo, esistente sin dall'anno 1300, il monastero venne istituito in abbazia nel 1401 dai Benedettini; alla fine del Quattrocento passòalla Congregazione olivetanas (Benedettini di Monte Olivero) che lo avrebbero tenuto fino al 1784, costituendo uno dei tre grandi insediamenti dell'Ordine, insieme a quelli di San Martino delle Scale e di San Nicola l'Arena -, per passare poi agli Agostiniani dal 1794 sino al 1866, anno dell'entrata in vigore delle leggi di soppressione delle congregazioni religiose. L'imponente monastero, definito nelle forme architettoniche generali che ancora permangono tra il 1583 e il 1646, consiste in una vasta costruzione, sostenuta da muraglie spesse come baluardi, che si sviluppa intorno a due maestosi chiostri centrali: uno di forma rettangolare, l'altro quadrato. Quest'ultimo, attribuito all'architetto lombardo Antonio Muttone, fu commissionato dall'abate Protasio da Corleone nel gennaio del 1595. L'altro chiostro è ornato da una fontana collocata al centro nel 1714. A quell'epoca risale il completamento della ristrutturazione seicentesca dell'abbazia e la rifondazione della chiesa costruita su preesistenze edilizie. Nel patrimonio abbaziale del feudo, che si era andato progressivamente estendendo grazie ai favori della corona d'Aragona e tramite cospicui lasciti testamentari, si dormò nei secoli insieme ad una ricca biblioteca anche un'importante collezione di manufatti artistici che testimonia l'importanza culturale ed economica degli abati, sia mediante la fitta rete di relazioni con la penisola che nell'influenza esercitata sugli abitanti del territorio. Patrimonio di storia e d'arte - in un luogo peraltro, Calatamauro, che è esso stesso ricco di storia e di bellezze paesagistiche- che sin dalla metà dell'Ottocento è asndato disperdendosi: in parte a causa delle conseguenze delle leggi eversive dell'asse ecclesiastico emanate dal nuovo regime, in parte per la diminuzione della popolazione religiosa con il progressivo abbandono del convento. Le tristi vicende successive che hanno coinvolto la chiesa sono legate non solo ai pur gravi danni causati dall'evento sismico del 1968, ma anche alla mancanza di tempestivi interventi di consolidamento in grado di evitare nel 1972 i cedimenti strutturali dell'intera volta e nel 1980 il crollo della zona absidale e del fianco meridionale della navata.
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Chi è interessato può leggere il testo precedente su Ragioni e senso della mostra, pigiando qui: Ragioni e senso della mostra
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Come i lettori che ci stanno seguendo sanno, stiamo proponendo la documentazione di presentazione della mostra sui beni culturali di Santa Maria del Bosco curata dalla Regione Sicilia nel 2008 (Tesori ritrovati 1968-2008, a cura di Mariny Guttilla).
Contiamo di riflettere in prosieguo su alcune vicende storiche e su precisi punti dell'esposizione.
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