Da settimane i media ci intrattengono su Santa Sofia, la più grande Chiesa della prima Cristianità.
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L'Impero cristiano, divenuto tale perchè voluto dal susseguirsi di grandi imperatori romani (da Costantino fino ad arrivare a Giustiniano e poi ad altri) su cui abbiamo accennato appena qualcosa nella precedente pagina, probabilmente, non conservò nella coscienza della gente quasi nulla della storia pre-cristiana dell'Impero con capitale Roma e cultura pagana.
La assoluta inesplicabilità dei dogmi religiosi affascinava la gente.
La dottrina cristiana definita in concetti astrusi diveniva in via di fatto -nel vasto Impero Romano d'Oriente- parte della vita quotidiana e si estrinsecava non solamente con parole ed espressioni, ma attraverso simboli, gesti rituali che chiarivano meglio delle dimostrazioni o delle non infrequenti dispute religiose. Le due candele abinate alludevano alla duplice natura del Cristo, le tre candele alla consustanzialità e uguaglianza tra le persone della Trinità. Dalla metafora si passava quindi alla realtà.
Certo, potevano verificarsi fraintendimenti e per questa ragione il Concilio di Trullo vietò la rappresentazione del Cristo sotto forma di agnello e richiese la rappresentazione come vera persona. Ad un certo puntò arrivò però il divieto (nel 730) con decreto dell'Imperatore Leone III a "scrivere" le icone. Il patriarca che non conveniva con la decisione venne deposto ed il successore (Niceforo) scontentò anch'egli l'Imperatore e fu deposto pure lui. Su queste "questioni" avremo modo di tornare.
L'Impero prosperò e raggiunse il culmine della potenza fino al XII secolo sotto la dinastia dei Comneni. L'insuperata architettura bizantina della chiesa di Santa Sofia è legata ai nomi di Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto. Dopo quell'opera maestosa l'architettura bizantina non puntò più alla monumentalità bensì alle piccole proporzioni. I grandi mosaici delle chiese nella quasi generalità dei casi non sono legati al nome dei loro autori (tutti sconosciuti), contrariamente a quanto accadrà successivamente nel corso del Rinascimento in Occidente quando sapremo chi è stato il committente, chi l'autore di ogni singola opera e quale l'ispirazione che ha animato l'opera.
L'arte figurativa bizantina si mosse nell'assoluto equilibrio fra la tensione spirituale e la necessità di una rappresentazione generalmente comprensibile della realtà.
Il grandissimo e indimenticabile apporto del mondo bizantino al mondo occidentale, che per più secoli era vissuto sotto il giogo dei barbari perdendo ogni documento scritto e ogni forma di memoria della storia precedente, è stato il trasferimento dell'immane lavoro dei suoi copisti arrivati qui portando con sé quanto avevano conservato di testi poetici, storici e dei filosofi dell'antichità lontana. Grazie a questo servizio reso all'Umanità intera, l'arte, la testimonianza e la visione bizantina si è rivelata all'Occidente ed ha consentito a questa parte del mondo di risalire e conoscere il tempo precedente le invasioni barbariche e arrivare fino all'antichità classica ed ancora più oltre. Un passato storico che qui, in Occidente, risultava perduto.
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