14 Settembre 1812
L’esercito russo dà fuoco a Mosca per impedire che Napoleone la catturi.
Furono gli stessi russi a dare fuoco alla città, per intralciare l’avanzata dei francesi di Napoleone. L’incendio fu attivato il 14 settembre 1812, il giorno successivo all’arrivo delle truppe napoleoniche, e si mantenne attivo fino al 18 settembre. Mosca, già evacuata dai suoi abitanti, venne distrutta quasi per intero. L’università statale, la biblioteca Buturlin, i teatri Petrovskij e Arbatskij andarono in cenere. Nessun danno invece subì il Cremlino.
Sembra che l’ordine di appiccare il fuoco sia stato impartito dal conte Rostopchin, governatore militare di Mosca, come estremo tentativo per bloccare l'avanzata di Napoleone. Alcuni piromani, arrestati dai soldati francesi, confessarono infatti di aver obbedito ai loro comandanti. Mosca in quegli anni aveva intorno a 270mila abitanti. L’incendio causò la morte di 12mila persone e la devastazione di 6.496 edifici privati sui 9.151 esistenti e di 122 su 329 chiese.
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