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giovedì 3 settembre 2015

Piana degli Albanesi. Un Vescovo che forse preferiva una destinazione diversa

Il Vescovo di Piana degli Albanesi è stato detto da qualcuno è un "canonista". Egli conosce quindi, più di noi profani che ci occupiamo di argomenti leggeri, che la Chiesa Universale nel mondo è suddivisa in diverse Chiese particolari.
La Chiesa Cattolica possiede al suo interno diversi riti. 
Noi che siamo ignorantelli in questi temi conosciamo principalmente il rito romano e quello bizantino (rf. Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 23).

Tutte le Chiese particolari traggono la loro forza nel radicamento territoriale e nella propria cultura. Ogni Chiesa particolare è legata alle altre dai vincoli spirituali e dalla fedeltà a Roma, oltre ed ovviamente dalla Fede Cristiano-Cattolica.

Piana degli Albanesi ha, rispetto alle diocesi cattoliche dell'isola, delle peculiarità sue. Non occorre qui riportarle perchè esse sono ben note a Mons. Gallaro, recentemente rientrato da una lunga permanenza negli Usa. 
Queste peculiarità hanno consentito la costituzione di una Eparchia dai netti contorni ben definiti: Chiesa cattolica di rito greco-costantinopolitana.

Così come in tutte o quasi le diocesi del mondo esistono parrocchie di rito bizantino affidate alle cure di Vescovi romani, nel territorio dell'Eparchia di Piana degli Albanesi esistono delle parrocchie romane affidate al Vescovo bizantino.
Così come i Vescovi romani non celebrano nel rito bizantino quando sono in visita alle chiese romane, per evitare sterili teatralità (qualcuno dice carnevalate), il vescovo bizantino  di Piana degli Albanesi se tiene in rispetto e stima l'ordinazione ricevuta il 27/28 giugno scorso nel rito bizantino dovrebbe (diciamo noi che non siamo canonisti, ma ignorantelli, e finora non diversamente istruiti dal nostro Vescovo) celebrare nel rito greco-costantinopolitano seppure in Italiano, stante che il greco ...



Ci siamo intrattenuti in altra sede dell'assoluta consonanza fra Scritture/Diritto canonico (vedi: La Legalità è una cosa, il Legalismo è altra cosa). Sappiamo peraltro che Mons. Gallaro  possiede esperienza di collaborazione col legislatore. 
Non c'è motivo quindi di intrattenerci su questo aspetto.


Conclusione
Noi ignorantelli riteniamo 
1) non-conveniente per un ex-consulente incaricato della corretta formulazione degli atti sinodali la violazione della normativa sinodale e di quella conciliare tese -nelle loro finalità- a concedere gerarchie proprie (greche) alle Chiese bizantine in Italia (Lungro, Piana degli Albanesi e Abbazia di Grottaferrata) 
2) e riteniamo inappropriata l'"arbitrarietà" di chi da ex-consulente per la formulazione degli atti sinodali, già prima di iniziare la sua missione di Fede nell'Eparchia, preferisce mostrare l'inefficacia dell'ordinazione "bizantina" e celebra in rito e con paramenti romani. 
Circostanza questa verificata -con sorpresa- ancora ed ulteriormente sino a domenica scorsa.
La Cultura e la Storia dell'Eparchia sono altre.
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Dagli atti sinodali estrapoliamo:
Celebrazioni liturgiche
Art. 544
§1 Il vescovo "è moderatore, promotore e custode di tutta la vita liturgica nell'eparchia a lui affidata" (CCEO ca. 199, par. 1). 
"A lui spetta celebrare in tutta l'eparchia le sacre funzioni che, secondo le prescrizioni dei libri liturgici, devono essere da lui celebrate solennemente" (CCEO ca. 200).
-§ 2: Nell'Eparchia di Piana degli Albanesi, nella quale sono presenti anche fedeli ascritti alla Chiesa latina, il vescovo eparchiale di rito bizantino, pastore a cui è affidata anche la diretta ed ordinaria cura pastorale dei fedeli ascritti alla Chiesa latina, celebrerà le sacre funzioni per questi fedeli osservando il proprio rito orientale, salve che vi siano diverse disposizioni impartite dalla sede Apostolica, conformemente a quanto prevede il CCEO (ca. 674, par. 2).


-§ 3Tutti i fedeli saranno istruiti al riguardo sulla corretta comprensione dell'identità rituale bizantina dell'eparchia.  

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