Washington non
vuole Assad, non vuole l’Isis e non vuole Putin nel Mediterraneo.
Un tale groviglio di
desideri incompatibili sarebbe più facilmente sostenibile se il presidente
Obama fosse disposto a impegnare le forze americane sul terreno. Ma esclude
anche questa possibilità, forse perché non vuole concludere il suo mandato con
una operazione che ricorderebbe, anche se in circostanze alquanto diverse,
quella del suo predecessore alla Casa Bianca. Ha un altro piano? Se crede
ancora che una guerra, come quella combattuta dall’Isis in Siria e in Iraq,
possa essere vinta con i droni, commette probabilmente un errore. E commettono
un errore, per le stesse ragioni, quei Paesi occidentali (Francia e Gran
Bretagna) che sembrano pronti, pur di provare la propria esistenza, a ripetere
la disastrosa esperienza libica. Una voce intelligente e pacata, in questo
panorama di vie senza uscita, sembra essere quella del ministro degli Esteri
tedesco. Frank- Walter Steinmeier ha chiesto ai russi di rinunciare all’invio
in Siria di uomini e materiale militare, e a Francia e Gran Bretagna di
astenersi dall’intervenire militarmente; e ha motivato questa richiesta
aggiungendo che un tale atteggiamento allontanerebbe la prospettiva di una
soluzione negoziata. Tradotta in chiaro questa dichiarazione sembra invitare
implicitamente la Russia a farne parte.
Nessun commento:
Posta un commento