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domenica 13 settembre 2015

Hanno detto ... ...

SERGIO ROMANO, storico, editorialista del Corriere della Sera, già ambasciatore italiano a Mosca

Washington non vuole Assad, non vuole l’Isis e non vuole Putin nel Mediterraneo
Un tale groviglio di desideri incompatibili sarebbe più facilmente sostenibile se il presidente Obama fosse disposto a impegnare le forze americane sul terreno. Ma esclude anche questa possibilità, forse perché non vuole concludere il suo mandato con una operazione che ricorderebbe, anche se in circostanze alquanto diverse, quella del suo predecessore alla Casa Bianca. Ha un altro piano? Se crede ancora che una guerra, come quella combattuta dall’Isis in Siria e in Iraq, possa essere vinta con i droni, commette probabilmente un errore. E commettono un errore, per le stesse ragioni, quei Paesi occidentali (Francia e Gran Bretagna) che sembrano pronti, pur di provare la propria esistenza, a ripetere la disastrosa esperienza libica. Una voce intelligente e pacata, in questo panorama di vie senza uscita, sembra essere quella del ministro degli Esteri tedesco. Frank- Walter Steinmeier ha chiesto ai russi di rinunciare all’invio in Siria di uomini e materiale militare, e a Francia e Gran Bretagna di astenersi dall’intervenire militarmente; e ha motivato questa richiesta aggiungendo che un tale atteggiamento allontanerebbe la prospettiva di una soluzione negoziata. Tradotta in chiaro questa dichiarazione sembra invitare implicitamente la Russia a farne parte.

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