Il Territorio ed i
condizionamenti della baronia
Come era strutturato lo
spazio che oggi costituisce il territorio di Contessa Entellina prima che
arrivassero gli arbrësh ?
E’ certo che nel Bosco di S.
Maria era già da decenni attivo il Monastero che sotto il profilo socio-economico era un “feudatario-ecclesiastico”
con vasti feudi che insistevano un po’ ovunque nella Sicilia Occidentale, dal
Trapanese al Palermitano e pure all’Agrigentino, ma anche oltre.
Nel corso del XV secolo
(1410-1480) il problema prioritario dei Peralta e poi dei Cardona, signori del
luogo, era di rivitalizzare i loro feudi con popolazioni rurali. Da quasi due
secoli (da quando Federico II ridusse all’estinzione gli abitanti mussulmani che
risiedevano al di là dei monti che separano Palermo dal resto della Sicilia
Occidentale) il territorio era animato da pochi insediamenti sparsi e con gente dedita esclusivamente all’allevamento.
In quei pochi casali sotto il
profilo agrario si conduceva una vita di puro sostentamento.
A Calatamauro era comunque
ancora attivo il fortilizio militare che per il vettovagliamento si serviva del
mulino e del fondaco che stavano giù, a Bagnitelle, e che venivano usati pure per la
sosta o per il cambio dei cavalli dei corrieri militari che attraversavano la
Trazzera Regia che da Corleone raggiungeva Sciacca passando in adiacenza alla
contrada Scirotta.
In questo periodo -anteriore
all’arrivo degli arbëresh- va però emergendo lentamente una struttura feudale più
duttile e pervasiva. Il baronato è alla assidua ricerca di opportunità per
ripopolare il casale di Contessa stante che la struttura agro-pastorale del
territorio non rispondeva alle esigenze di valorizzazione. I mercati europei
esigevano dalla Sicilia grossi quantitativi di grano, era pertanto urgente la
riorganizzazione dell’intera economia dell’isola finalizzata a sfruttarne la vocazione cerealicola.
Tra Quattrocento e Cinquecento, questi
processi di riorganizzazione economica incisero:
1) sull’abbandono delle forme
di insediamento disperse nei casali e sulla riaggregazione della popolazione in villaggi
demograficamente accorpati; infatti con l’arrivo degli arbëresh si procedette alla
fondazione del paese.
2) sulla riorganizzazione degli
spazi agrari in base a norme intese a salvaguardare un maggiore equilibrio tra
agricoltura e allevamento al punto che i contadini furono costretti a frequenti e lunghi
spostamenti in conseguenza della parcellizzazione dell’arativo in più luoghi.
3) sul progressivo
consolidamento di strutture familiari mononucleari rispetto a quelle
patriarcali o di clan conseguenza del fatto che il baronato, nei capitoli di concessione
agraria pattuiti con le comunità e specificatamente con gli arbëresh, assegnava
in enfiteusi ad ogni nucleo le terre
aratorie di Serradamo o Contesse e le pertinenze demaniali (pascolo e
legnatico) sul resto della baronia necessarie per il sostentamento.
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