Un interessante articolo de Il Sole 24Ore di
oggi insiste su come gli enti locali, ossia i comuni, devono abituarsi a tenere i
conti in regola rispetto al pareggio di bilancio.
La disciplina sempre più rigida va imponendosi proprio quando gli amministratori locali siciliani, in una recente riunione svoltasi a Corleone mettono in evidenza che
«nelle casse dei Comuni non c'è più un centesimo, non c'è liquidità e da qui il sempre più frequente ricorso alle scoperture per pagare gli stipendi, i precari e i fornitori.
D'altra parte negli ultimi quattro anni i trasferimenti correnti destinati ai Comuni sono passati da 900 milioni di euro a circa 400 milioni.
Un taglio impressionante che ha prodotto una riduzione drastica dei servizi e della qualità degli stessi nei Comuni».
Secondo il Vice Presidente dell'Anci Sicilia, alla fine di settembre, si è in attesa di parti delle quote relative alle spese correnti e investimenti che si dovevano trasferire ai Comuni per il 2014, così come si è ancora in attesa di gran parte delle somme relative agli stipendi dei precari, sempre per il 2014».
Le disposizioni recate dalla legge 243/12, in vigore a
decorrere dal 1° gennaio prossimo, stabiliscono comunque l'obbligo, a carico di Regioni
e amministrazioni locali, di raggiungere gli equilibri correnti e finali di
cassa e competenza sia nella fase previsionale sia in sede di rendiconto.
Uno dei primi equilibri da rispettare, oltre al
pareggio complessivo, è quello di parte corrente, che si raggiunge quando il
saldo fra entrate e spese correnti è maggiore o uguale a zero. L'equilibrio
corrente di competenza deve essere rispettato sia in fase previsionale (per cui
il controllo deve essere effettuato sugli stanziamenti) sia in sede di
rendiconto della gestione (in cui rilevano invece accertamenti e impegni).
Stessa verifica deve essere effettuata sulle movimentazioni di cassa.
Oltre all'equilibrio corrente, gli enti saranno poi
tenuti al raggiungimento di un saldo non negativo, sempre in termini di
competenza e di cassa, tra le entrate finali e le spese finali.
Le entrate finali comprendo oltre alle correnti, anche
i proventi in conto capitale e le entrate per riduzione attività finanziarie.
La spesa finale comprende invece le uscite correnti, quelle in conto capitale e
gli oneri per incremento attività finanziarie. L'eventuale squilibrio in sede
di rendiconto deve essere coperto entro il triennio successivo, mentre i saldi
positivi possono essere destinati all'estinzione del debito o al finanziamento
delle spese di investimento.
Le Regioni saranno garanti dell'equilibrio della
gestione di cassa finale del complesso degli enti territoriali del proprio
territorio. A questo fine gli enti dovranno comunicare annualmente il saldo di
cassa finale che prevedono di conseguire, e gli investimenti da realizzare
attraverso il ricorso all'indebitamento o con i risultati di amministrazione
degli esercizi precedenti.
Il ricorso all'indebitamento, infine, è consentito
solo per il finanziamento di spese di investimento (come ora) e contestualmente
all'adozione di piani di ammortamento di durata non superiore alla vita utile
del bene che si acquista o realizza.
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