«ditelo a rgs»
già due nell'isola lo adottano, i comuni studiano le norme per il «baratto amministrativo»
Giovanni Villino
Due comuni in Sicilia lo hanno già adottato. Altri tre si apprestano a farlo. Parliamo del «baratto
amministrativo», un provvedimento previsto dall'articolo 24 della legge «Sblocca Italia». Uno strumento utile
sia per il cittadino che per le amministrazioni. In pratica in cambio di alcuni interventi resi al Comune, il
contribuente ottiene uno sgravio o un'esenzione su alcuni tributi. E sono già tanti gli enti che si stanno
muovendo per fare proprio questo strumento, anche nell'Isola. «Esprimiamo apprezzamento per chi ha già
provveduto - afferma il presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando -. È un meccanismo che manda un
messaggio importante e significativo di coinvolgimento sociale dei cittadini. Ma è chiaro che questo può
funzionare per piccole realtà e con riferimento ad un intervento specifico. Nelle grandi aree urbane rischia
di creare una sorta di precariato cult. Sarebbe opportuno - prosegue Orlando - che si fissasse qualche
ulteriore paletto normativo. La differenza più rilevante è nel parterre di coloro che hanno i requisiti di
reddito. Nelle grandi aree urbane è molto più ampia» e per certi versi anche di difficile gestione. Tante
amministrazioni stanno discutendo all'interno delle commissioni consiliari il regolamento e le eventuali
disponibilità. È un provvedimento che se da un lato consente alle stesse amministrazioni di riqualificare
aree degradate o spazi lasciati nel completo abbandono, dall'altro alleggerisce il carico dei tributi a chi
presta la propria opera. Secondo quanto contenuto nella legge, i Comuni possono definire criteri e
condizioni per la realizzazione di interventi su un determinato territorio da riqualificare. Qui entrano in gioco
i cittadini che potranno presentare progetti, o singolarmente o associandosi ad altri abitanti. Questi progetti
devono prevedere interventi di pulizia, manutenzione, abbellimento di aree verdi, di piazze, di strade o,
ancora, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso. Alla luce di questi progetti e delle opere effettuate, i
Comuni possono quindi deliberare riduzioni o esenzioni di tributi che restano comunque legati al tipo di
attività realizzata. L'esenzione, secondo quanto stabilisce la legge, è prevista solo «per un periodo limitato
e definito, per specifici tributi e per attività individuate dagli stessi comuni». Queste riduzioni sono concesse
prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute.
Le prime amministrazioni che hanno abbracciato l'idea del baratto amministrativo sono state quelle dei
paesi più piccoli, dove c'è una gestione più snella della macchina burocratica e dove c'è una conoscenza
quasi diretta dei cittadini e delle loro situazioni economiche. Attualmente, secondo i dati forniti dall'Anci,
sono due i comuni nell'Isola che hanno adottato il «baratto amministrativo», mentre altre amministrazioni si
apprestano a fare proprio questo provvedimento. Si va da Centuripe a Pietraperzia, passando per Milazzo,
Priolo, Racalmuto e Castelvetrano. Ma si tratta di un elenco in divenire. A Priolo, ad esempio, è stato varato
il regolamento per il baratto amministrativo in favore principalmente delle famiglie indigenti. Coloro che
sono in difficoltà economiche nel pagare i tributi comunali potranno così presentare un'apposita istanza
attraverso cui si offriranno per effettuare lavori socialmente utili, avendo «condonati» i debiti verso il
Comune in materia tributaria. E anche la giunta comunale di Bivona ha dato il via libera allo schema di
regolamento per il «baratto amministrativo». È stato lo stesso sindaco e deputato regionale del Partito
democratico Giovanni Panepinto a dare l'annuncio attraverso facebook. «A precise condizioni ha spiegato
Panepinto - i cittadini debitori verso il Comune, disoccupati e con Isee adeguati possono eseguire lavori di
servizio civico per saldare il proprio debito. Lo schema di regolamento sarà proposto al Consiglio». Ieri
intanto a Ditelo a Rgs (sms 335.8783600 - mail ditelo@gds.it) ad annunciare la proposta anche per la città
di Siracusa è stato il gruppo Meetup Fare. «Abbiamo presentato questa proposta sul baratto amministrativo
che è stata accolta anche da alcuni gruppi consiliari - ha spiegato Salvatore Russo, rappresentante del
gruppo -. Sia maggioranza che opposizione sembrano interessate. Auspichiamo che come accaduto in altri
centri, ad esempio a Pietraperzia, la discussione possa essere breve». E l'introduzione del «baratto
17/09/2015
Pag. 12 Ed. Agrigento
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IFEL - ANCI - Rassegna Stampa 17/09/2015 21
amministrativo» è vista di buon occhio anche dalle associazioni dei consumatori come l'Adiconsum. Il
presidente regionale Vincenzo Romeo ha sottolineato il carattere conveniente dell'iniziativa. «Ho un
giudizio positivo perché in un momento di crisi c'è l'opportunità di ripagare l'amministrazione in prestazioni
d'opera - spiega Romeo -. Il Comune che non riesce a recuperare economicamente quantomeno può
trarne dei benefici. Chi non ha una possibilità economica può sfruttare questo strumento dando comunque
un servizio anche alla collettività. Bisogna stare attenti poi ai regolamenti che i Comuni stanno approvando.
Occorre tenere alta l'attenzione su questo strumento che costituisce un aiuto sia per la collettività che per il
singolo».
(*GIVI*)
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