Le gare truccate di Odevaine?
Chi era costui ? (diceva don Abbondi)
Pare, ma nessuno lo dice nei tg, che per tanto tempo
sia stato Capo (o Vice) di gabinetto di un Sindaco.
Ma è bene non dirlo agli italiani.
Infatti nessuno lo dice ...
dal Corriere della Sera
«Così pilotavamo le gare per il Centro» di Giovanni Bianconi
Lei si è accordato con i
soggetti che hanno v» 1 j partecipato alla gara per favorire la loro
vittoria?». « Sì » , risponde Luca Odevaine, agli arresti dal dicembre scorso
con l'accusa di corruzione nell'inchiesta su Mafia Capitale, a pagina 6 II .
VERBALE LUCA ODEVAINE Le ammissioni sul Centro di Minec « Ecco come pilotavamo le
gare» L'interrogatorio m carcere: il sistema garantiva vantaggi elettorali a
Castiglione e all'Na di Giovanni Bianconi ROMA L'ammissione arriva a metà
interrogatorio, dopo due ore di tira e molla tra pubblici ministeri e indagato.
«Allora — ripete il sostituto procuratore di Roma Giuseppe Cascini —, la
domanda è sempre la stessa: lei ha fatto un accordo economico con i soggetti
che hanno partecipato alla gara per favorire la loro vittoria, sì o no?». « Sì
» , risponde Luca Odevaine, agli arresti dal dicembre scorso con l'accusa di
corruzione nell'inchiesta su Mafia Capitale. Un accordo da 10,000 euro al mese,
che dovevano diventare 20.000, pagati dalla cooperativa La Cascina,
aggiudicatrice di una parte dell'appalto per il Centro richiedenti asilo di
Mineo, in Sicilia. È uno degli scandali emersi nella gestione dell'assistenza
ai profughi; un affare da cento milioni di euro, di cui Odevaine ha
diffusamente discusso con Salvatore Buzzi nelle conversazioni intercettate dai
carabinieri del Ros. Parlavano di accordi sottobanco e interessi politici
arrivati fino al sottosegretario in carica Giuseppe Castiglione, Ned, indagato
a Catania per turbativa d'asta. Ora Odevaine conferma ciò che avevano svelato
le microspie: «II racconto su Mineo sostanzialmente è veritiero». Appalto
pilotato II faccia a faccia tra gli inquirenti romani e l'inquisito che m
vicecapo di gabinetto dell'ex sindaco Veltroni, è awenuto l'u luglio scorso nel
carcere di Torino. Il racconto comincia dall'incontro del 2011 con l'alierà
presidente della Provincia catanese Castiglione; con lui c'era Salvo Cali,
presidente del consorzio Sisifo. «Castiglione non mi disse esplicitamente che
Sisifo doveva vincere la gara — spiega Odevaine ai pm —, ma io capii
perfettamente anche perché accompagnandomi all'aeroporto mi disse che Sisifo
era per lui il gruppo più adatto a gestire Mineo; mi disse che erano
cooperative di centrosinistra, e quindi lui non aveva un interesse politico, ma
li promuoveva perché li considerava capaci. Mi disse anche che vi era una esigenza
politica primaria di favorire cooperative operanti sul territorio». Per far
vincere Sisifo fu bandita una gara che Odevaine considera «regolare», ma dopo
un faticoso batti e ribatti con i pm ammette: «In realtà il bando era stato
scritto in modo da rendere certa la vittoria dell'Ati (alleanza fra imprese,
ndr), in particolare inserendo un punteggio aggiuntivo per l'Ati che
comprendesse cooperative operanti sul territorio». Cioè Sisifo. «La decisione
fu presa congiuntamente da Paolo Ragusa (presidente del consorzio, il Sol
Calatino, che secondo Odevaine è strettamente collegato a Sisifo, ndr), da
Castiglione, da me e da Giovanni Ferrerà, il quale era anche il responsabile
del procedimento». Poi Odevaine propose di inserire La Cascina, gruppo vicino a
Comunione e liberazione: «Quando incontrai di nuovo Castiglione gli dissi che
era necessario individuare una struttura in grado di gestire i pasti, per cui
consigliai di rivolgersi a un soggetto nazionale, cioè La Cascina». Che
Castiglione già conosceva: «In più di una occasione Menolascina (dirigente
L'inchiesta •Luca Odevaine (sopro), 58 anni, è Stato vice capo da gabinetto del
Comune di Roma con Waiter Veltroni sindaco. Poi è diventato capo delSa ðî³³ã³à
provinciale con la presidenza di Nicola Zingaretti, Ouindi è passato al Coordì
name n todeisa accoglienza i richiedenti asilo del Viminale incaricato di
gestire ii Cara di Mineo, centro rifugi sEi più grande d'Europa, che doveva
bandire una gara d'appalto da • Davanti ai Procura di Roma che stanno seguendo
l'inchiesta «Mafía Capitale», Odevaine ha della cooperativa indagato,
ndr) mi ha detto che La Cascina aveva stretti rapporti con Lupi, Aliano e
Castiglione, e che finanziava la nascita del Ned. Ricordo ad esempio che il
primo evento pubblico di presentazione del nuovo partito si tenne a Bari e in
quella occasione vi fu una cena a casa della sorella di Menolascina con Aitano,
Lupi, non so se anche Castiglione. Mi pare che Menolascina mi disse di aver
finanziato tale evento». Scambio di voti Agli inquirenti che gli chiedono se
pure Castiglione abbia intascato denaro, Odevaine risponde: «No, tenderei a
escluderlo... Il vantaggio che ha avuto Castiglione è di natura elettorale.
Sostanzialmente possiamo parlare di uno scambio di voti». Ma che c'entra il
consenso elettorale con l'appalto per il Cara di Mineo? Risposta di Odevaine:
«II tema fondamentale di tutta questa vicenda di Mineo sono le assunzioni di
personale. Quella struttura è diventata l'industria più grande della zona,
l'Ikea sta a 20 chilometri e ha 150 dipendenti, attualmente il Centro di Mineo
ne sta occupando circa 400 tra una cosa e l'altra». E le assunzioni portano
voti, «in un'area dove cinquanta voti eleggono un sindaco... A livello
nazionale credo che il Ned ha preso il 3 o 4 per cento, e in quella zona ha
preso più del 40 per cento». Inoltre, «c'era la partita relativa alle
forniture; più volte Cammisa (altro dirigente de La Cascina inquisito, ndr) si
era lamentato del fatto che Ragusa imponeva loro la scelta dei fornitori dai
quali acquistare, e Ragusa gestiva le convenzioni con i privati presso i quali
gli ospiti del Centro potevano spendere 2,5 euro al giorno con una tessera».
Destra e sinistra Quando il pm Paolo lelo riassume stupito «la particolare
simmetria per cui uno che è di destra indica le cooperative di sinistra, e uno
che appartiene all'area di sinistra poi gli indica le cooperative di destra»,
l'indagato chiarisce: «È quello che è successo a Roma con Buzzi... Il sistema
si compone». In Sicilia come nella capitale dove, precisa l'uomo che intascava
mazzette in contanti a migliaia di euro, «c'erano e continuano a esserci due
soggetti che gesti scono tutta l'emergenza, di qualunque tipo: Domus Caritatis
e tutte le sue cooperative allegate (compresa La Cascina, ndr) e Buzzi; uno
legato al Vicariato di Roma e l'altro legato al mondo delle cooperative di
sinistra. Di fatto a Roma si sono creati due cartelli a cui andavano tutti gli
affidamenti». Il verbale con le dichiarazioni di Odevaine è stato trasmesso
alla Procura di Catania, titolari dell'indagine sul Cara di Mineo che ha
provocato anche l'intervento dell'Anticorruzione. Ma Luca Odevaine rivendica
davanti agli inquirenti romani: «Io a questo punto sarò un corrotto, però vi
giuro che mi sono messo in questa storia maledetta, e l'ho seguita, perché
credevo davvero che quello potesse essere, e secondo me è, il Centro migliore
d'Europa. Non c'è paragone, ma questo a voi non interessa...». -tit_org- «Così
pilotavamo le gare per il Centro» - Le ammissioni sul Centro di Mineo «Ecco
come pilotavamo le gare»
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