Non sappiamo se la seduta odierna del Consiglio Comunale per la presentazione della solidarietà al sindaco, a cui sarebbero stati distrutti una decina di alberelli nel suo terreno di Rahj Mbrait, da parte dei Consiglieri Comunali sia occasione o meno per taluni di questi di fruire di una giornata di permesso dal posto di lavoro.
Certo è che in Sicilia molti politici senza scrupoli hanno sfruttato una legge regionale che consentiva loro di non recarsi a lavorare -per una intera giornata- anche quando la seduta consiliare sarebbe durata mezz'ora.
Adesso i Comuni si sono adeguati ad una recente normativa regionale e rimborseranno ai datori di lavoro dei loro consiglieri solamente le effettive ore di assenza dal lavoro giustificate dagli impegni d'aula, e non, come accadeva prima, per l'intera giornata.
Terminata la seduta consiliare (o della Commissione) i consiglieri, se vorranno prendere lo stipendio pieno, dovranno tornare in ufficio.
E' una bella novità: i consiglieri comunali (politici della fascia più bassa) sono chiamati finalmente a capire la dura realtà, ossia che il pane non proviene dalle chiacchiere sterili ma dal lavoro.
I giornali di oggi riferiscono di consiglieri comunali di Palermo che da dieci anni non si recano a lavorare e sono stati "mantenuti" da quel Municipio. Dice Giuseppe Federico, impiegato in una azienda ecologica, "Sono impiegato nell'attività politica di consigliere comunale e i permessi per le sedute d'Aula e delle commissioni mi consentono di non andare a lavorare. Da quando non vado in azienda ? Dal 2005".
Secondo La Repubblica esiste pure chi, consigliere comunale, non si reca a lavorare da 25 anni.
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