MATTEO
4, 18-23
VENITE QUI, DIETRO DI ME
4,18
Ora, camminando sulla riva del mare di Galilea, vide due fratelli, Simone
chiamato Pietro e Andrea, suo fratello, gettare il giacchio nel mare; erano
infatti pescatori.
19
E dice loro:
Venite dietro di me, e vi farò pescatori di uomini!
20 Ora essi,
subito, lasciate le reti, seguirono lui.
21 E,
andato oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo
fratello, nella barca con Zebedeo, loro padre, a rassettare le loro reti, e li
chiamò. 22 Ora essi, subito, lasciata la
barca e il loro padre, seguirono lui. 23 E girava per tutta la
Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e proclamando l’evangelo del regno e
curando ogni malattia e ogni infermità del popolo.
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Brano del Vangelo di Matteo proclamato oggi nelle Chiese di rito bizantino
“Venite dietro di me!”
è l’invito personale di Gesù.
Il cristianesimo –alla fine- è la risposta a questa proposta.
La fede cristiana non è una dottrina (come
purtroppo viene spesso instillato) o (solamente) una pratica di devozioni, riti e parate
liturgiche: è la relazione personale col Nazareno.
La trama del cammino di coloro che lo seguono non è mai
lineare, è piena di contraddizioni e incomprensioni, cadute e retromarce, ma pur errando qua e là, sono
tanti quelli che accolgono l’invito e lo seguono.
Lo seguono per andare dove ?
La proposta è per una attraversata del deserto della vita in
vista del raggiungimento della … terra
promessa dove non esisteranno le ansie e le difficoltà quotidiane.
Durante il cammino (che dura tutta una vita, per intero) per andare
dietro al vangelo, ossia al Nazareno, si racconta di una ri-nascita, o meglio
di un esodo dalla condizione di schiavo dei poteri condizionanti del mondo
(politica, economia, immagine) a quella di uomo libero.
Schiavo ? in che senso ?
Nel senso che l’egoismo spinge l’uomo a conservare (costi
quel che costi) quei poteri, e la corruzione di cui
giornalmente discutiamo in Italia ne è una prova, e da questa situazione discende che il modello dell’uomo
potente (obiettivo di tanti) non è mai un uomo libero ma un uomo condizionato dai compromessi
accettati, dagli imbrogli messi in campo, dalle ansie del suo vivere. E' uno schiavo del suo modo di vivere.
Il modello di “vivere” proposto dal Nazareno è invece agli antipodi
quindi dal
-potere
-possedere
-egoismo.
E’ un modello di vita che guarda nelle relazioni umane da costruire col prossimo, nella sincerità e nell'onestà.
La vita
divina (proposta dal Nazareno) in fondo non è altro che una vera vita “umana”, fra umani.
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