Cosa desidera l’Italia dall’Unione Europea ?
Manco a dirlo: vuole continuare ad indebitarsi ! Renzi ed i
suoi in questi giorni di intensi trattative fra le cancellerie europee per
definire il programma ed il nuovo assetto dell’Unione marciano in questa
direzione “Dobbiamo allentare il vincolo del 3% di deficit per la stabilità”.
Viene subito da pensare Renzi, su questo aspetto non è
diverso dai Letta, dai Prodi, dai Berlusconi e da tutti i politicanti dell’ultimo
ventennio.
Noi italiani spendiamo montagne di euro per pagare interessi
sul debito e vorremmo pagarne ancora di
più, in modo che i nostri figli, fra 30/40 anni paghino i debiti della nostra
spensierata generazione.
Quel limite, secondo il modernista Matteo Renzi è datato, fu
firmato liberamente dall’Italia all’epoca in cui si definirono i trattati per
la stabilità monetaria e adesso, a tutti i politici italiani, sta stretto. Come dire che per governare
ulteriormente il paese ci servono ritmi di indebitamento più elevati.
Alla stragrande maggioranza dei paesi europei, che conoscono
bene i politicanti italiani, invece quel limite sta bene.
Sta benissimo !
Quel limite allorchè fu introdotto nei patti aveva un ben
chiaro fondamento: in un sistema fra stati terzi ben integrato sotto il profilo economico e monetario e
tuttavia con una “governante” di politica fiscale autonoma era inevitabile
fissare un tracciato di sviluppo che non creasse la formazione di eccessivi
squilibri macroeconomici e finanziari in quanto questi inevitabilmente
avrebbero poi creato ripercussioni negative sulla stabilità degli altri paesi
sottoscrittori dei patti (come dire l’incapacità dei politicanti italiani
avrebbe prima o dopo coinvolto i contribuenti tedeschi, che non hanno avuto
alcuna responsabilità a scegliere per il
governo dell’Italia i peggiori politicanti del mondo).
Il parametro base per tenere sotto controllo i politicanti “imbroglioni”
come i greci, o i politicanti inconcludenti come gli italiani è sempre stato il
parametro deficit/pil.
Quel tre per cento fu scelto quindi per evitare contaminazioni
e ad un livello prossimo alla dinamica di crescita del prodotto interno e dell’inflazione,
in modo che i conti reali, alla fine, non facessero troppo danno ai paesi dell’Unione.
In questi anni recenti l’inflazione in Europa è stata
prossima al 2% e pure la crescita media del Pil è stata del 2%. Se l’Italia
avesse rispettato il vincolo del 3% (nelle dinamiche ora riferite) il debito
sarebbe diminuito; l’Italia invece ha accresciuto la spinta in su del debito.
Come mai ?
Gli economisti ritengono che l’immissione di risorse
finanziarie (pure provenienti da debito) aumenta il Pil; ed invece in Italia
sono cresciuti i debiti, è diminuito il Pil e pure la credibilità del paese.
Adesso ?
Pure Renzi fa discorsi impresentabili. Vorrebbe che gli
altri paesi (da stupidi) si accollassero la destabilizzazione e gli squilibri
dei nostri conti.
Nasce pure in casa Pd l’accusa: E’ colpa dell’Europa ?
Nessun commento:
Posta un commento