Rosario Crocetta da mesi è in conflitto col Pd, che poi sarebbe, o forse dovrebbe essere il suo partito.
Le scintille fra il governatore e il Pd siciliano hanno raggiunto in certi momenti livelli di allarme. Da quando è iniziata l'era renziana Crocetta ha avviato la tattica del "sono d'accordo".
La verità dello scontro però dice che il Pd vuole piazzare all'interno della Giunta alcuni suoi uomini, che poi qui in Sicilia non sarebbero renziani ma cuperliani, e nonostante le espressioni di disponibilità di Crocetta, da mesi, non accade nulla.
Il governatore mostra di saperla più lunga dei suoi compagni di partito.
In questi giorni Crocetta è incappato in un'altra problematica, tanto somigliante alla prima. I deputati del suo Movimento "Il Megafono" si sentono trascurati.
L'opinione pubblica ritiene i deputati de "Il Megafono" come i fedelissimi del governatore, tuttavia così non deve essere se essi stanchi di sostenere a scatola chiusa il loro leader hanno deciso di prenderne le distanze e addirittura di cambiare nome. Da "Il Megafono" di Crocetta sono divenuti gruppo parlamentare sotto il nome di "Territorio e Socialismo" e da cinque che sono (Di Giacinto, Oddo, Di Pasquale, Coltraro e Malafarina) puntano ad ingrossarsi sperando nell'adesione degli esponenti psi, dispersi in più gruppi.
Crocetta ha mostrato indifferenza all'allontanamento dei "fedelissimi", ma ieri ha avviato gli approcci in direzione della riconciliazione. Riconciliazione possibile dichiarano gli ex-fedelissimi, ma fermo restando che il gruppo da adesso in poi si chiamerà "Territorio e Socialismo" e definirà in via del tutto autonoma organigrammi e radicamento sul territorio dell'isola.
Alcuni in questo comportamento del gruppo parlamentare leggono la revoca di rappresentanza al senatore Lumia, rappresentanza mai passata al vaglio di dibattiti interni ed inoltre la medesima volontà del Pd-Sicilia di essere presente all'interno della Giunta di Governo.
Gira e rigira ... il potere piace a tutti.
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