I leaders del M5S, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, a sorpresa, e verosimilmente dopo aver valutato i recenti -deludenti per loro- risultati elettorali, si aprono al confronto sulla legge elettorale con Renzi e il Pd.
Renzi acconsente ma mette le mani avanti (immaginando che si voglia da parte del M5S perdere tempo o come capita in Italia creare una sorta di "palude") avverte: bene l'incontro, ma «in streaming, niente giochini e patti segreti». Poi ha aggiunto scherzando: «Con Grillo non ci si annoia mai».
Pure Guerini, vice-segretario Pd risponde "visti i precedenti" serve la ripresa in streaming dell'incontro e -a sorpresa- il vice presidente della Camera, il deputato 5 Stelle Di Maio, dapprima definisce lo streaming «non essenziale» e nicchia, poi ribatte: sì alla ripresa in diretta.
Segno che la trasparenza, lo streaming, di alcuni mesi fa del M5S non era un valore, ma un modo per fare spettacolo. Spettacolo che in tanti non escludono anche in questa occasione.
Sulla riforma della legge elettorale alla luce di questa novità c'è grande attenzione, anche se da Forza Italia, che potrebbe divenire non essenziale viene detto: «Sarà un marasma».
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