GLI ATO-RIFIUTI AVREBBERO DOVUTO PASSARE A 9; SONO SEMPRE 27 .... E SEMPRE PIU' ....
La Regione
siciliana tenta da parecchi mesi (primo bando nel 2010) di poter coprire il
miliardo di debiti accumulato dalle Ato, le 27 società per azioni pubbliche che hanno
gestito il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Due bandi con
relative proroghe sono andati a vuoto, l’ultimo il 20 ottobre scorso.
Pare che si
punta a convincere Unicredit.
Le
trattative sono ancora in corso ma pare che la Regione stia per trovare un
accordo "tecnico" con due gruppi bancari, tra cui appunto Unicredit,
per la copertura di parte del debito di circa 1 miliardo di euro accumulato
dalle Ato rifiuti.
I soldi
delle banche, si parla di circa 450 milioni di euro, servirebbero a chiudere
una parte dei debiti che gli Ambiti hanno contratto con soggetti terzi. Per la
restante parte, che riguarda invece la quota della Regione, la partita rimane
aperta con l’amministrazione che dovrà cercare altre strade ricontrattando su
basi diverse, ma sempre col sistema bancario.
Il miliardo
di debito è l'eredità dell’era Ato (27 Ambiti dal 2004 al 2010), voluta da
quel Totò Cuffaro che ha caratterizzato un'epoca nel modo di gestire il denaro
pubblico, concepita come grande sistema per la definitiva risoluzione -così ci assicurava il Totò regionale- del
problema rifiuti dell’Isola.
Il sistema
tentacolare e clientelare creatosi ha impedito l’effettiva rivoluzione, cioè la demolizione del
sistema rifiuti siciliano preesistente e come ipotizzato con la legge regionale 9/2010, che dovrebbe
far ripartire il sistema rifiuti passando da 27 Ato a 9 Srr (Società di
regolamentazione del servizio raccolta).
Creare un
miliardo di debito è stato abbastanza semplice:
-spese pazze per il personale
come conseguenza di assunzioni clientelari
-e di consigli di amministrazione
sovradimensionati e super retribuiti. Secondo la Corte dei Conti il sistema Ato
in Sicilia ha individuato le “sovrabbondanti assunzioni di personale (in
particolare amministrativo e non operativo) effettuate”, e l’“eccessivo numero
di componenti degli organi di amministrazione e controllo, con proliferazione
dei relativi compensi”.
La Regione
siciliana oggi continua ad essere in emergenza rifiuti per decreto del
presidente del Consiglio dal 1999 (l’ultimo commissario nominato è Raffaele
Lombardo). Da allora i risultati sono sotto gli occhi di tutti, si va sempre
peggio:
-differenziata intorno al 10%,
-sistema di
raccolta quasi al collasso,
-imprese creditrici che assediano la
Regione.
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