I sondaggi di opinione abbondano.
Non c’è rete televisiva che settimanalmente non ci
somministri il punto di vista degli italiani in materia di politica, economia,
personaggi della finanza e di governo così come emerge dalle ricerche su basi statistico-campionarie.
Anche a chi scrive queste poche righe sul Blog è capitato
oggi di essere raggiunto al telefono da uno degli istituti che giornalmente
sottopongono lunghi questionari con domande ampie –nella fase iniziale- che
vanno diventando sempre più dettagliate e minuziose nel prosieguo.
Il campo investigato, come detto, è generalmente molto ampio e spazia
dalla misurazione del gradimento su Monti, i partiti politici, alle misure
fiscali finora adottate; dal grado di fiducia sul sistema bancario all’affidabilità
dell’euro; dalla possibilità del potere d’acquisto nei prossimi mesi a …
persino se l’ordine pubblico –con la crisi- si ritenga possa subire cadute.
Non c’è dubbio che la minuziosità delle domande,
successivamente all’intervista, possa lasciare nella perplessità l’interlocutore.
Il punto
La Manovra finanziaria –già approvata dalla Camera dei
Deputati- ha finora caricato i cittadini per circa due
terzi con nuove imposte tagliando solo per un terzo la pesantezza –in parte
parassitaria- della spesa pubblica. I tagli finora effettuati provengono in
massima parte dal riordino delle pensioni di anzianità, ossia dai ceti
medio-bassi. Nessun taglio è stato fatto alla spesa pubblica che investe la
macchina pubblica per renderla più semplice e funzionale e alla spesa per il
mantenimento dei privilegi del ceto politico e burocratico.
Monti ha comunicato al Parlamento e agli italiani che questo
primo atto aveva il compito di mettere in sicurezza i conti per raggiungere
tassativamente il pareggio di bilancio entro il 2013 e per procurare liquidità
alla Casse pubbliche …. che pare fossero
già state prosciugate dall’inerzia (inettitudine) dei precedenti governanti.
Il secondo atto, in gestazione, dovrebbe riguardare gli
altri due tasselli di politica economica di questo Governo:
1.
il taglio della spesa improduttiva mediante il
meccanismo di spending review ( revisione della spesa),
2.
e la destinazione delle risorse così recuperate
agli investimenti in attività produttive e in opere pubbliche,
che sono l’unico modo per poter
produrre nuova ricchezza e quindi recuperare il Pil perduto, almeno in parte.
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