Dal Rapporto 2011 “Impresa e Competitività” della
Srm - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, e Obi - Osservatorio
Regionale Banche, Imprese di Economia e Finanza", apprendiamo che la Sicilia -nell'ultimo decennio- ha indietreggiato o meglio regredito sul piano economico e su quello sociale.
E come potrebbe essere stato diversamente essendo passata sotto i governi di Totò Cuffaro e di Raffaele Lombardo ?
Il 'rapporto' piglia in considerazione i comparti: manifatturiero, edile, turismo, informatica e
telecomunicazioni (Ict) e dimostra come la regressione riguardi ogni aspetto del mondo delle imprese:
-ordini in calo,
-fatturati in rosso,
-capacità produttiva eccedente
rispetto alla domanda di mercato,
-investimenti fermi,
-licenziamenti in
crescita
-e finanze aziendali compromesse.
Ancora, emerge che nel decennio 1995/2005 l’Isola ha registrato un
saldo dei conti commerciali con l’esterno del -26,6%, la peggior
perfomance tra le otto regioni del Sud ad eccezione della Calabria
(-31,3%). Nello stesso periodo appare evidente la scarsa
internazionalizzazione delle imprese siciliane visto che nei rapporti
con l’estero la Sicilia ha avuto la peggiore bilancia commerciale
(-9,7%), a differenza di altre regioni come Basilicata, Abruzzo e Molise
che hanno segnato un saldo positivo.
Rispetto al resto dell'Italia risulta ancora più negativo il
saldo (-16,9%) delle transazioni commerciali. Queste percentuali negative si ripercuotono, ovviamente, in corrispondenti cadute del Pil regionale; in pratica diveniamo sempre più poveri.
Anche il centro studi Unicredit conferma per il 2007 come la Sicilia presenti
una bilancia commerciale in negativo con l’esterno di ben 26,7 punti,
ancora una volta seconda solo alla Calabria che ha mantenuto la maglia
nera tra le regioni del Sud (-30,2%).
Cosa significano questi dati ?
Significano che anno dietro anno la Regione, o meglio i siciliani si sono ritrovati con un potere di acquisto inferiore a
quello d’inizio anno a causa del deflusso di risorse attraverso gli
scambi commerciali con l’esterno, principalmente quelli con il resto del
territorio nazionale.
Significa anche che se finora per mantenere lo standard di benessere elevato (sanità, servizi civili e sociali) ci siamo avvalsi dei trasferimenti
pubblici compensativi dello Stato e quindi di risorse prodotte -come sostiene la Lega nord- dal settentrione del paese.
Potrà durare ?
Cosa serve alla Sicilia ?
Serve la ristrutturazione della spesa pubblica della Regione; serve trasformare l'immensa spesa corrente (stipendi, sciupii e clientelismo) in spesa per investimenti (infrastrutture, soprattutto).
Ma quale governo regionale è disposto a farla finita col clientelismo ?
Nessuno purtroppo !
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