L'Imu colpisce anche i fabbricati
rurali
ALPA SICILIA INFORMA
(Secondo ALPA Sicilia un aumento tributario del 100%)
Il governo Monti ha deciso di intervenire anche sul
settore agricolo, in particolare per quanto riguarda la tassazione sui beni
immobili delle aziende agricole. L'Imu, la nuova imposta municipale, colpirà direttamente
gli agricoltori e il prezzo da pagare sarà salato. Il governo ha così
ignorato due principi consalidati, l'uno tributario e l'altro economico. Varie
sentenze hanno sancito che gli edifici, in quanto strumentali all'attività
fondiaria, sono già tassati allorquando vengono pagate le imposte (Irpef e Ici)
sui terreni. L'introduzione dell'Imu sui fabbricati rurali rappresenta quindi
una doppia tassazione. L'agricoltura è poi un settore notoriamente ad alta
patrimonializzazione ma a bassa redditività, ovvero serve un alto capitale in
immobili per produrre un piccolo reddito. E' quindi chiaro che spostare
l'imposizione dal reddito al patrimonio, rappresenta un grave danno per
l'agricoltura.
Cosa ci aspetta si può desumere dal decreto legge 201 del 6 dicembre
2011 (anche chiamato Salva Italia), già in vigore, ma che
deve essere approvato dal Parlamento. L'aliquota di base dell’imposta è pari
allo 0,76 per cento.
I comuni con deliberazione del consiglio comunale
possono modificare, in aumento l’aliquota di base sino a 0,3 punti
percentuali.
Per i fabbricati
iscritti in catasto, il valore è costituito da quello ottenuto applicando
all'ammontare delle rendite risultanti in catasto, rivalutate del 5 per
cento, i seguenti moltiplicatori:
a. 160 per i fabbricati
classificati nel gruppo catastale A e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7,
con esclusione della categoria catastale A/10;
b. 140 per i fabbricati
classificati nel gruppo catastale B e nelle categorie catastali C/3, C/4 e
C/5;
c. 80 per i fabbricati
classificati nella categoria catastale A/10;
d. 60 per i fabbricati
classificati nel gruppo catastale D;
e. 55 per i fabbricati
classificati nella categoria catastale C/1.
Per i terreni
agricoli, il valore è costituito da quello ottenuto applicando all'ammontare del
reddito dominicale risultante in catasto, rivalutato del 25 per cento, un
moltiplicatore pari a 120.
L’aliquota è ridotta allo
0,4 per cento per l’abitazione principale e per le relative pertinenze. I comuni
possono modificare, in aumento la suddetta aliquota sino a 0,2 punti
percentuali.
L’aliquota è ridotta allo
0,2 per cento per i fabbricati rurali ad uso strumentale. I comuni possono
ridurre la suddetta aliquota fino allo 0,1 per cento.
Sui terreni agricoli
l'imposizione sale sensibilmente perchè il moltiplicatore passa dall'attuale 75
a 120 e perchè l'aliquota è fissata al 0,76% contro il precedente
0,4%.
In termini pratici,
un'azienda con 5 ettari di seminativi che prima pagava 220 euro all'anno oggi si
troverebbe a pagare, solo su questi terreni, 440 euro. Un raddoppio
dell'imposizione.
Oltre a questo va calcolata
l'Imu sui fabbricati rurali.
Per quanto riguarda
l'abitazione non ci sono agevolazioni particolari, anche se trattasi di rurale.
L'aliquota, nel caso di prima casa, è dello 0,4% e il coefficiente di
moltiplicazione è 160.
Per gli edifici strumentali
(capannoni, alloggi agrituristici, locali di degustazione, trasformazione ecc)
l'aliquota è fissata allo 0,2% e il coefficiente moltiplicatore, per la
categoria D10, a 60. Nel caso di stalle censite come C6, tuttavia, in assenza di
ulteriori elementi di chiarezza, il coefficiente moltiplicatore sarebbe
160.
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