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lunedì 1 novembre 2021

Principio della legalità (1)

 Come si esce dall'illegalità in Sicilia?

Rispettando ciascuno i ruoli ed i principi suoi propri.

La Sicilia è ritenuta -a ragione o no- una sorta di calamita della criminalità organizzata sul fronte delle ecomafie, cioè di quei reati ambientali che spaziano tra abusivismi edilizi (cemento), affari con i rifiuti, traffici illegali e tanto altro ampio corollario. E non parliamo della Mafia, che sia tradizionale o -ai giorni correnti- da giacca e cravatta. Quest'ultima e' tuttora ben inserita nei gangli vitali dell'odierna società.

Molti pensano che l'uscita dal pesante, soffocante, regime illegale tantissimo diffuso fra noi sia un problema la cui soluzione sta nella dimensione giuridica. Basterebbe fare certe norme, certe legislazioni e tutto potrebbe tornare sulla retta e bella via.

Il problema -lo sappiamo tutti in Sicilia-  in realtà ha origini e dimensioni sociali, politiche e collettive che trascendono il profilo della legislazione. Si tratta, detto in altri termini, di diffondere -prima di ogni altra iniziativa- la consapevolezza culturale, a cominciare dalle scuole e poi in ogni ganglo di vita.

Se si studiano i libri di diritto e la conseguente legislazione, tutti prendiamo atto che la normalità della vita si fonda su dei principi (lo insegnava il prof. Guido Corso). Tuttavia qualsiasi studente, o altro cittadino informato, sa bene che, soprattutto in Sicilia, il senso dei principi  viene oscurato dal diffuso (collettivo) egoismo e dall'interesse di parte. Situazione questa che sta sotto gli occhi di tutti, proprio di tutti. In Sicilia il cercare l'amico per superare lo scoglio (che sia grande o piccolo) è generalizzato, viene da dire, totale.

Ed invece, se si vuole uscire dall'arretratezza, occorre diffondere, tornare a coltivare i "principi". Principi di giustizia ed etico-politici; se mancano questi non potranno mai esistere e sprigionarsi le basi fondamentali della convivenza civile.

Sul piano tecnico-giuridico, in Italia, la politica dovrebbe occuparsi solamente di avere e sviluppare idee da applicare sul sistema socio-economico per far crescere la ricchezza collettiva; sappiamo tutti invece cosa capita, ossia, che la separazione dei poteri, il principio di legalità, la soggezione alla legge  e tantissimi altri principi continuano a restare principi, sulla carta. Dopo oltre un settantennio dal suo varo la Costituzione non è entrata nemmeno nello spirito degli apparati pubblici, figuriamoci nei vicoletti della società comune.

Va dato comunque atto che -rispetto a venti anni fa- qualche piccolo passo in avanti è stato compiuto. Troppo piccolo.

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