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domenica 28 novembre 2021

Roma Capitale. L'Italia liberale, l'Italia fascista, l'Italia democristiana, l'Italia laica (2)

In Sicilia, senza viabilità decente e costretti ad assistere all'emigrazione delle forze giovanili, per provare a capire le ragioni di questa arretratezza sociale dobbiamo provare anzitutto a studiare le radici del malessere che affondano nel passato. Se non lo faremo, continueremo a vedere tutto e sempre "confuso", il presente ed il futuro non ci appariranno mai nitidi.

L'Italia di inizio e fine Ottocento

I figli migliori ed piu' intraprendenti
pigliarono la via delle Americhe.

Il Sud si svuotò ed i paesi del
meridione viddero emigrare tante
delle loro valide energie giovanili.

In altra parte del blog abbiamo
evidenziato che fra i primissimi
centri della Sicilia a subire
il flusso migratorio c'è stato in assoluto
Contessa.

Al seguito dei capi garibaldini locali,
i "fratelli Vaccaro", lasciarono
il luogo di nascita due/trecento
migranti diretti a New Orleans, dove
peraltro già nel dopo 1812 si erano insediate
varie famiglie contessiote.

Chi tornò da New Orleans lo fece per
riprendere i familiari
che erano rimasti qui. Altre centinaia di
Contessioti furono costretti a scappare
sempre in direzione degli Usa
in seguito ai provvedimenti repressivi
contro i moti dei Fasci Siciliani di fine
 Ottocento.

Ed ulteriori centinaia di famiglie lasciarono
Contessa nei primi decenni del Novecento,
prima che il Fascismo imponesse il
divieto di emigrazione, per costringere
la gente del Sud a vivere negli stenti
delle masserie latifondiste.

Nel secondo dopoguerra a centinaia i
contessioti hanno lasciato il paese di origine
in  direzione del Nord Italia  e degli
stati nordici che si erano orientati
in direzione della costruzione
di quella che oggi è l'attuale
Unione Europea



 Se nel 1860-61 l'impresa garibaldina consentì di unificare il Nord ed il Sud della penisola, la verità storica, umana e sociale è che nulla o quasi delle questioni sul buon vivere umano è cambiato nel Meridione. 
Fra il modo di interpretare e vivere la vita di un piemontese ed un uomo siciliano esistevano allora, in quegli anni, abissi culturali che stavano agli antipodi. Solo per dare un indice di civiltà evidenziamo che nel Nord il latifondo nel 1860 era stato ormai trasformato in aziende produttive, irrigate e comunque pronte a seguire le indicazioni del mercato; nel Sud -di contro- era vivo e vegeto il latifondo, quel sistema tanto simile al feudalesimo del 1520 quando furono chiamati tanti arbëtreshe dai Balcani per coltivarlo con criteri e strumenti alla maniera degli  schiavi -o quasi- di epoca romana.

 D'altronde, se vogliamo essere sinceri, dobbiamo riconoscere che esistono differenze sociali ed economiche e pure culturali ancora ai nostri giorni fra Nord e Sud, pur essendo state cancellate dal legislatore le tante sigle che avrebbero dovuto -nei decenni andati- accorciare le distanze Nord-Sud (citiamo -fra le decine di sigle- solo la Cassa per il Mezzogiorno). 

L'arretratezza di tante realtà siciliane prive di strade decenti (vedi Contessa Entellina), di infrastrutture sociali accessibili, di possibilità occupazionali e di decine di altri indici del vivere nel terzo millennio, stanno lì a dirci che in centocinquanta anni dall'unità del Paese non si è riusciti, o non si è voluto riuscire,  a creare uniformità di vita lungo lo stivale.

 Il periodo dell'unità del paese fu definito come "Risorgimento"; oggi nella coscienza di pochi quella definizione indica qualcosa. Le stesse figure che nel tempo andato sui banchi di scuola ci venivano indicati come "padri della Patria" hanno perso, nelle recenti generazioni, qualsiasi alone di protagonisti di riscatto.

  Eppure il Paese è cresciuto ! è cresciuto però in maniera diseguale e su presupposti e prospettive diseguali. Le classi dirigenti del Nord sono state influenzate dalle visioni socio-economiche del Nord Europa di stampo liberale, quelle del Sud, le siciliane specialmente, dalle antiche aristocrazie che pur di conservare i privileggi, fino a non molti decenni fa, hanno fatto ricorso piuttosto che alla legge e alle Istituzioni, alla malavita (Mafia). Ricordiamoci che il latifondo è venuto meno appena settanta anni fa e gli strascichi che lo caratterizzano continuano fino ad oggi (raccomandazioni, favoritismi, clientele, ....).

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 Sul Blog ci proponiamo di percorrere alcuni passaggi storici dal 1812, anno della teorica abolizione del feudalesimo in Sicilia, fino alla ancora non conclusa vicenda della Mafia e del generale sistema politico del favoritismo

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