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sabato 22 maggio 2021

Recovery Plan. Scorriamolo poco alla volta (1)

Un paese competitivo

Il testo inviato all'Unione Europeo, nonostante la propaganda populista, non ha nulla a che vedere con le grida di Grillo e l'incompetenza a cinque stelle. Scriviamo ciò nonostante la tv di stato continua a dire che il governo Draghi, grosso modo, si sarebbe attenuto alla mancanza di strategia del precedente governo e tipica di tutti i populisti di ogni latitudine. 

Il Piano rielaborato dal governo Draghi possiede invece strategia di fondo: 1) l’Italia deve specializzarsi in alcune cose che serviranno al Mondo e su cui essa deve primeggiare. 2) Per il resto il nostro Paese deve riordinare l'intera macchina pubblicas ( Pubblica Amministrazione, Giustizia soprattutto, sistema infrastrutturale sull'intero territorio dalle Alpi a Lampedusa).

Nel Piano c’è tutta una ampia parte rivolta alle politiche sulla “libera concorrenza”.  Sappiamo tutti, almeno chi mastica un minimo di scienza economica, che i "cartelli", le "corporazioni", gli "abusi di posizione dominante" sono fonti di  ingiustizie e non aiutano di certo le fasce deboli della popolazione. Sul nuovo testo del Piano si legge “La concorrenza non risponde solo alla logica del mercato, ma può anche contribuire ad una maggiore giustizia sociale” e si affermsa che “quanto più si incoraggia la concorrenza, tanto più occorre rafforzare la protezione sociale”, perché  concorrenza comporta -ovviamente-  rischio. 

Contrastare i monopoli delle grandi corporazioni è sicuramente benefico per i consumatori, e lo può constare qualunque cittadino che stia attento ai comportamenti delle compagnie telefoniche che attualmente operano nel paese.

Le imprese  sane che non fanno parte del potere corporativo e che non sono affatto vicine al potere politico non si fanno -anzitutto- scrivere le leggi e non si fanno concedere le concessioni su misura. Chiunque di noi cittadini dovrebbe sapere che simili corporazioni non fanno gli interessi della collettività, al contrario esse sono legatissime ai partiti e alle cordate politiche.

Il testo del Piano inviato a Bruxelles mette in chiaro che le leggi dello Stato garantiranno la concorrenza e dovranno assicurare lo sviluppo delle reti di telecomunicazione. In pratica l'attuale monopolio (delle reti) di TIM verrà meno. Lo sviluppo della rete elettrica, pure essa, implicherà la rimozione delle barriere all’entrata nei mercati. 

Verrà quindi meno il sistema clientelare tipicamente italiano che fino a recentemente ci ha creato gravi conseguenze. Nessuno infatti potrà mai dimenticare la vicenda Autostrade ed il ponte crollato a Genova.

Il primo frammento importante del Piano italiano, che abbiamo voluto su questa pagina evidenziare, è -quindi- concentrato nella maggiore concorrenza da istillare nel tessuto economico e sociale del Paese, compresa, per noi che viviamo nei piccoli centri di provincia, la rivisitazione di quei sistemi a noi vicini che ci ritroviamo nella gestione dei rifiuti.            

(Segue)

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