La guerra fascista (1)
La vicenda del pane passa attraverso le vicissitudini
della guerra, il razionamento, l’insufficienza di grano e la povertà di
vastissimi strati della popolazione siciliana.
A cominciare dall’inverno 1941-1942 la possibilità di procurarsi il necessario per l'alimentazione e la sopravvivenza -soprattutto nelle grandi città- fu il ricorso alla borsa nera, un mercato parallelo e illegale. Nonostante fosse illegale le autorità fasciste del Paese non lo seppero o forse preferirono non contrastarlo al punto che l'unico mercato dove trovare ciò che serviva per la sopravvivenza divenne il "mercato nero". Inevitabilmente in carenza di beni accadde che i prezzi iniziarono a volare, da un giorno all'altro.
Quella situazione fu la conseguenza della folle guerra voluta dal Fascismo che aveva ritenuto mediante il razionamento alimentare, gestito dallo Stato, di poter soddisfare le esigenze individuali degli italiani con poco meno di 900-1000 calorie giornaliere.
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