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domenica 16 maggio 2021

Medio Oriente. Perchè non è facile uscire fuori dai problemi geo-politici

Dalla preoccupazione per ciò che accade in queste ore fra Palestinesi ed Israeliani, ci proponiamo di ricostruire il quadro umano, politico e istituzionale sorto in Medio Oriente dal dopo-guerra ad oggi. Lo faremo in più periodiche pagine.

La questione della Palestina e poi di Israele

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Per capire le origini della situazione venutasi a creare nel Novecento e nel XXI secolo in Medio Oriente bisogna in realtà rievocare (prima tappa) un poco di Storia dalla seconda metà dell'Ottocento al 1914; questo periodo è interessato da quella che i libri di storia definiscono la "questione d'Oriente".

Era iniziata, nella seconda metà dell'Ottocento, la decadenza del -fino allora- temibile Impero Ottomano, quell'impero che in secoli precedenti aveva indotto migliaia di arbëreshe ad emigrare dai Balcani nel Sud Italia e di contro era iniziata nel mondo occidentale la crescita socio-economica sotto le insegne dell'espansione capitalistica. In quei decenni sul piano storico-diplomatico si apriva una crescente competizione  fra i paesi europei per assicurarsi l'espansione sui territori  del decadente Impero Ottomano.

La Francia non esitava ad accapararsi l'Algeria e la Tunisia. La Gran Bretagna si impossessava dell'isola di Cipro e dell'Egitto, ed infine, l'Italia poneva le basi del suo controllo sulla Libia. Sempre nel periodo antecedente la prima guerra mondiale nella regione della "Grande Siria" entro cui ricadeva anche la Palestina iniziavano fermenti alimentati dallo spirito dell'arabismo, fenomeno questo che nulla aveva comunque a che fare col dominio ottomano. Dello sfacelo ottomano ovviamente pensavano di trarre benefici tanti altri stati e popoli: i tedeschi, i russi e ancora ampiamente britannici e francesi che già avevano sottratto le loro quote.

Nel contesto sopra tratteggiato, tantissimi "pensatori" di religiosità ebraica sparsi in più punti del pianeta iniziarono ad immaginare la ri-costituzione della comunità ebraica su basi religioso-spirituale nella storica Palestina, da cui gli ebrei medesimi erano stati cacciati nel 66 dopo Cristo dai romani (impianto sionista).

Nel periodo 1918-1947 (seconda tappa)  ossia dal crollo dell'impero Ottomano, tantissimi altri territori del Medio Oriente gradualmente si affacciarono sotto lo status di paesi indipendenti. In molte aree le precedenti colonie britanniche e francesi puntarono, con guerriglie e rivoluzioni, al conseguimento dell'indipendenza. La stessa Palestina, sotto dominio britannico, fu sulla via che conduce all'indipendenza ed il nazionalismo arabo sembrava essere predominante nell'esigere una Palestina islamica; ma il sionismo -misurabile nei vasti movimenti di popolazioni europee-ebraiche che cercavano di sottrrarsi all'antisemitismo nazista nel vecchio continente- si era nel frattempo insediato, con stili di vita e criteri urbanistici occidentali, in vaste zone di quell'area.

Dal 1948 (terza tappa) si assistette all'interno dell'area palestinese, dai costumi prettamente arabeschi, al sorgere e all'affermarsi di un sistema socio-economico-militare vigorosamente sostenuto dagli Stati Uniti, Israele. Gli Usa favorirono l'affermarsi di Israele perchè punto-chiave della loro strategia nel Mediterraneo. Ovviamente il mondo arabo-palestinese iniziò ad avere consapevolezza che il proprio destino, come entità autonoma ed indipendente, veniva messo in discussione. 

(Segue)

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