Il simbolo della lotta alla criminalità mafiosa internazionale
MAGGIO 1992
Giovanni Falcone, fu giudice istruttore a Palermo per dieci asnni, fino al 1989. Fu anche procuratore aggiunto nel capoluogo siciliano quando nel marzo del 1991 fu chiamato dal ministro di grazia e giustizia, Claudio Martelli, a dirigere il dipartimento degli affari penali. Un incarico questo abbastanza delicato che gli consentiva di predisporre una serie di importanti riforme legislative contro il potere mafioso.
Fra i suoi prioritari obiettivi vi erano:
--accrescere l'efficacia della magistratura nella lotta contro la mafia;
--razionalizzare i rapporti fra pubblico ministero e polizia giudiziaria;
--coordinare le varie procure, e a questo fine ipotizzò la costituzione delle Procure Distrettuali.
Presiedette all'istituzione, nel novembre 1991, della direzione nazionale antimafia. La nomina a questo ruolo gli fu ostacolata da alcune correnti interne al Consiglio Superiore della Magistratura e mentre attendeva l'esito circa questo ruolo, il 23 maggio 1992 mentre rientrava a Palermo da Roma e percorreva in macchina il tratto di strada da Punta Raisi alla città, all'altezza di Capaci, una terribile esplosione fece saltare un vasto tratto della corsia e nell'attentato persero la vita, oltre a Falcone, la moglie (anch'essa magistrato) e gli agenti della scorta Rocco Di Cilio, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Quell'attentato fu seguito nei mesi successivi dalla sanguinosa stagione di ripresa della violenza mafiosa.
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