Cosa sappiamo di quell’arberëshë originario da Palazzo
Adriano che contribuì come nessun’altro all’Unità d’Italia ? ma anche allo scioglimento del nascente Partito Socialista ?
Francesco Crispi è
nato a Ribera (Agrigento) il 4 ottobre 1818. Figlio di Tommaso Crispi, commerciante
di granaglie che a Ribera ha ricoperto per due mandati la carica di sindaco di
Ribera, e Giuseppina Genova.
Alla nascita fu
battezzato con rito greco-bizantnoo, perché per linea paterna discendeva da una
famiglia di origine albanese; il nonno fu infatti Papàs e lo zio Giuseppe fu vescovo
e rettore del seminario greco-albanese di Palermo.
Frequenta la scuola
elementare a Villafranca Sicula e tra il 1828 e il 1835 studia presso il
seminario greco-albanese, di Palermo. Due anni dopo, senza dir nulla alla famiglia,
si unisce in matrimonio con Rosa D'Angelo da cui ha due figli.
Pochi anni dopo muoiono
i suoi due figli e la moglie ed egli si iscrive all'Università di Palermo, in
giurisprudenza, e fonda un giornale "L'Oreteo. Nuovo giornale di utili
conoscenze e letteratura". Si
laurea in giurisprudenza e per svolgere la professione di avvocato si
trasferisce a Napoli. In occasione dei moti insurrezionali scoppiati a Palermo,
torna in Sicilia e combatte accanto agli insorti che vogliono l'indipendenza. Gli insorti
riescono ad avere la meglio e Crispi entra a far parte del Parlamento siciliano
e del nuovo governo provvisorio.
Il 15 maggio 1849
però il governo provvisorio crolla e Crispi è costretto a lasciare la Sicilia
per rifugiarsi in Piemonte, dove fa il giornalista. Quattro anni dopo è
costretto a lasciare anche il Piemonte, poiché è coinvolto nella cospirazione
organizzata dai mazziniani a Milano. Si sposta a Malta, dove sposa –in
segreto- Rosalia Montmasson, quella che sarà l’unica donna a partecipare alla
spedizione dei Mille, quindi va a Parigi, da cui però viene nuovamente espulso.
Passa a Londra dove è ospite di Giuseppe Mazzini.
Tornato quindi in
Italia viaggia in incognito in Sicilia con l'obiettivo di preparare
l'insurrezione siciliana del 1860. Insieme a Garibaldi prende parte alla spedizione dei Mille iniziata il 5 maggio 1860 con lo sbarco di Marsala. Liberata
l’isola Crispi diventa per breve tempo Ministro degli Interni del governo
provvisorio siciliano
Diventa il segretario di Garibaldi e dopo l'Unità nazionale, nel
1861 entra a far parte del Parlamento italiano. Milita nel Partito
Repubblicano, schierandosi in quella prima fase nella sinistra estrema. Tre
anni dopo invece appoggia la corrente monarchica, affermando che la forma di
governo monarchica unisce l'Italia, mentre la forma repubblicana la divide.
Nel 1866 rifiuta di far parte del governo Bettino Ricasoli, e l'anno successivo contrasta
i garibaldini che vorrebbero invadere lo Stato pontificio.
Si oppone alleanza tra
l'Italia e la Francia, che all'inizio degli anni Settanta è coinvolta nella
guerra
contro la Prussia. Nel 1873 appoggia la candidatura di Agostino De Pretis come
Presidente del Consiglio. Tre anni tornata la sinistra al governo, diventa
Presidente della Camera. Viaggia tanto tra Parigi, Londra e Berlino, dove
instaura rapporti cordiali con Bismarck, Granville, Gladstone e altri statisti contemporanei.
Nel dicembre 1877 è Presidente del Consiglio. Nel mese di
gennaio dell'anno successivo muore re Vittorio Emanuele II, a cui succederà Umberto
e Crispi guida il governo italiano in nome di una monarchia unita.
Il rapporto con la moglie
Rosalia Montmasson diventa burrascoso dpo 25 anni di viita in comune
costellata, da parte sua, di tradimenti e figli illegittimi. Crispi accusat di
bigamia riesce a far annullare il matrimonio relegandolo una rmantica storia d’amore e di cospirazione
legata a un romantica storia d’amore degli anni di militanza mazziniana, “del
tutto priva di spessore esistenziale e storico nella vita di patriota e
statista” e presto riesce ad ottenere l'annullamento del matrimonio. Nello
stesso anno sposa Lina Barbagallo, donna nobile facente parte della dinastia
borbonica, da cui ha avuto anni prima anche una figlia.
Nove anni dopo riesce ad affermarsi nuovamente in ambito
politico ed è nominato Ministro degli Interni del governo De Pretis. Nel 1889
sostituisce quest'ultimo alla guida del governo. Si reca in Prussia per avere dei chiarimenti da
Biamarck sul funzionamento della Triplice Alleanza a cui l'Italia ha preso
parte insieme ad Austria e Prussia e rafforza i rapporti con il Paese tedesco;
rafforza i rapporti con l'Inghilterra, ma allora si raffreddano i rapporti con
la Francia.
In politica interna il
governo Crispi vara la riforma dell'amministrazione della giustizia,
l'elaborazione del Codice sanitario e del Codice commerciale. ll suo governo
cade il 31 gennaio 1891 dopo essersi brcamentato con l'aiuto della Destra, non
potendo avere più l'appoggio del Partito Radicale italiano. Dopo la caduta di Crispi
e la breve parentesi del governo conservatore di Di Rudinì, l'Italia è guidata
da Giovanni Giolitti,
esponente del gruppo politico crispino.
Il governo guidato da Giolitti dura
poco, perché chiamato in causa in occasione dello scandalo della Banca Romana.
L'opinione pubblica italiana vuole nuovamente Crispi alla guida del Paese. Il
suo secondo governo è prettamente conservatore e autoritario sino al punto di
disporre la repressione dei sommovimenti operai e di disporre lo scioglimento del
Partito Socialista dei lavoratori Italiani. Nel 1895 ottiene la maggioranza in
occasione delle elezioni. L'anno successivo, dopo la sconfitta riportata
dall'esercito italiano nella battaglia di Adua, Crispi rassegna le dimissioni.
La carriera politica di Crispi continua grazie alla facile
elezione che sempre consegue nel collegio di Palermo, con grande sostegno
popolare.
Francesco Crispi muore il
12 agosto 1901, all'età di 83 anni.
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