Il Vivere ed il morire
Sentiamo parlare dalla mattina alla sera in tv il ministro dell'Interno. Parla, parla ed è convinto di avere ragione su tutta la linea. Pare di capire, ma vorremmo sbagliare, che egli strumentalizzi le vite degli esseri umani per raggiungere obiettivi politici ed è felice di ciò, almeno così ci pare.
Eppure alcun decenni fa, quando ancora la "Politica" era guidata ancora dai Padri della Repubblica che provenivano dalla Resistenza, avevamo la sensazione che la politica fosse un "agire disinteressato per il bene della collettività". Allora la Politica era rivolta al servizio delle vite degli esseri umani.
Allora "Politica" significava fare "il bene della propria collettività", ascoltarne i bisogni, interpretarne i desideri, motivarne i cambiamenti, un pò come si espresse negli ultimi cinque minuti della recente campagna elettorale in piazza l'amica Anna Fucarino che, uscendo da toni di altri candidati, trattò di politica nella "verità" e nella "bellezza".
Allora, alcuni decenni fa, un uomo senza etica e senza rispetto primario alla vita umana era considerato una bestia selvaggia che vagava libera in questo mondo.
Lo diceva Albert Camus.
Oggi -col plauso di folle inconsapevoli del danno- viene legittimata ogni forma di crudeltà.
Con effetti che si vedono.
Ma continuando di questo passo se ne vedranno ben altri di effetti, ben più gravi..
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