ORA SCIOGLI il tuo servo, o padrone, secondo la tua parola in pace
Luca, (2,21-38)
E quando ebbero finito ogni cosa secondo la legge del Signore, ritornarono nella Galilea nella loro città di Nazareth.
40 Ora il bambino cresceva e si fortificava riempiendosi di sapienza e la grazia di Dio era su di lui.
Brano del Vangelo di Luca proclamato oggi nella Chiese di rito bizantino
(e pure in quelle di rito romano)
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L'uomo, da sempre ha paura della morte. Per paura della propria morte si compiono misfatti, errori e -pure- studi per allungare la vita. Ma la morte resta ad attendere chiunque. Oggi negli Ospedali si tenta di nasconderla, di evitare che essa arrivi entro quelle pareti e gli ubitori li si localizza fuori dai percorsi dei visitatori.
Nel passato delle società contadine la morte era un fatto sociale, comunitario. Ne cogliamo ancora qualche segno nei paesi di provincia. A Contessa Entellina la morte di un compaesano mobilita l'intera comunità, il vicinato organizza ai parenti del defunto pranzi ricchi e di parecchie portate. Una specie di festa. Non così nelle città.
Il messaggio del Vangelo è semplice "Ora, Simeone, figura dell’Antico Testamento e di ogni uomo, di ciascuno di noi, può
morire in pace. La paura della morte è
vinta, perché c’è la memoria di un Dio bambino, umile, fragile che morirà pure lui".
La memoria
mortis non fa più paura e si trasforma in una ars vivendi, di come vivere nella solidarietà, nella pace, nell'altruismo, perché finalmente è possibile trovare Dio
nel proprio limite. Vivere civilmente e nel rispetto altrui fa si che non esista la morte-paura. La morte cristiana, dopo la venuta del Messia, è puramente e semplicemente un passaggio da una vita ad un'altra più entusiasmante.
Alcuni anni fa in una isoletta greca mi capitò di assistere ad un funerale. Il rito era identico a quello che si svolge a Contessa. Alla fine del rito però ho -con stupore- visto che i parenti del defunto all'ingresso della Chiesa distribuivano, con un viso allegro e soddisfatto, dolci e cibi locali. Era festa; la Chiesa Ortodossa esige che si festeggi il trapasso verso la terra promessa.
Alcuni anni fa in una isoletta greca mi capitò di assistere ad un funerale. Il rito era identico a quello che si svolge a Contessa. Alla fine del rito però ho -con stupore- visto che i parenti del defunto all'ingresso della Chiesa distribuivano, con un viso allegro e soddisfatto, dolci e cibi locali. Era festa; la Chiesa Ortodossa esige che si festeggi il trapasso verso la terra promessa.
La morte è stata sconfitta.
Il Kristos Anesti (pasquale) infatti ricorda: Cristo è risorto, con la sua morte ha calpestato la morte ed ha ridato la vita a coloro che giacevano nelle tombe.
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