La festa è finita, la sagra del "grano" con relativa grande "mangiata" è passata ed una grande quantità di salsiccia è finita ...., e la situazione socio-economica di Contessa Entellina è tale e quale, per non dire ... peggiore perchè alimenta delusioni.
Tenuto conto che in questi giorni sta per concludersi la raccolta del grano e la grande "mangiata" non è servita a fare nessuna riflessione, grazie ai politicanti locali "muti" che ci guidano, riteniamo giusto rievocare i grandi sacrifici che l'agricoltura locale ha comportato per migliaia e migliaia di contessioti che ci hanno preceduti.
Sacrifici ricordati negli opuscoletti che un grande concittadino, il parroco Nicolò Genovese, ci ha tramandato e che purtroppo -come capita a tutti i grandi "contessioti"- viene sistematicamente ignorato o comunque non adeguatamente valorizzato dalla pubblicistica locale, che anche quando butta al vento €. 80 mila per ricostruire la vicenda storica del paese preferisce soffermarsi su 80.000 banalità.
In ogni manifestazione analoga, ovunque si svolga, per la verità vengono presentati progetti di rilancio socio-economico, da noi prevale il mutismo.
Nella giornata della "mangiata", tenuto conto che gli amministratori locali non dispongono di progetti di crescita-sviluppo del nostro territorio si sarebbe potuto rievocare, senza astio ovviamente,
-lo sfruttamento e la miseria,
-l'ingiustizia sociale antica e quella più recente dei contadini, dei jurnateri ma anche dei burgisi che pure loro di stenti vivevano.
Si sarebbe potuto rievocare come quella gente, i nostri antenati arbereshe che lavoravano il "grano" in uno dei comuni a più alta densità latifondistica (Contessa Entellina), hanno alimentato ininterrottamente, da quasi due secoli, il flusso migratorio che fino ad un paio di decenni fà era caratterizzato dalle valigie di cartone ed oggi dal diploma o dalla laurea nella borsa in pelle.
Si la "mangiata" da sola, con un eccesso di salsiccia possibilmente da conservare ... per l'onorevole è puramente e semplicemente spreco di denaro pubblico in un momento di grave crisi della finanza pubblica. Non serve a promuovere nulla.
Se mancano, come mancano ed è più che palese, le capacità intellettuali di pensare un domani migliore, sarebbe stato giusto -almeno- che i giovani, la cittadinanza di oggi, fosse stata catapultata nel mondo agricolo di ieri, quando la terra, gli uomini, gli animali e gli elementi tutti della natura dipingevano le vite dei nostri padri che sulla "terra", sulla terra di questo angolo di Sicilia, hanno segnato la storia della nostra agricoltura.
Queste cose evidentemente non portano consenso, non portano voti.
Meglio mangiare caddozzi di sasizza a sbafo.
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