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domenica 22 luglio 2012

Sicilia. Da terra greca a terra normanno-occidentale

Nel 476, con la deposizione di Romolo Augustolo, un barbaro, cessò di esistere, secondo la tradizione, l’Impero Romano d’Occidente. L’Impero Romano continuò ad esistere tuttavia ancora per un millennio (fino al 1453) nell’Impero Romano d’Oriente, quando cessò pure lì con la conquista turca di Costantinopoli.
La divisione in due parti dell’Impero era stata voluta da Diocleziano, l’ultimo che esercitò la giurisdizione in tutta l’estensione unitaria.
Dopo Diocleziano vi erano stati due imperatori romani, uno con sede a Roma (e poi a Milano e a Ravenna), l’altro con sede a Costantinopoli, la “Nuova Roma”, come l’aveva chiamata l’imperatore Costantino che ne era stato il fondatore.
A svolgere una effettiva autorità imperiale, da Costiantino in poi, era stato però soltanto l’imperatore d’Oriente.
La destituzione di Romolo Augustolo (figlio di un generale barbaro) fu considerata dai contemporanei più che la fine della storia romana, come la conclusione di un conflitto fra due opposte fazioni barbare.
Il barbaro Odoacre, dopo avere deposto Romolo Augustolo (anch'egli barbaro), non si proclamò, come accaduto precedentemente, e non si fece proclamare imperatore, ma preferì la denominazione di re dei Goti, e in segno di rispetto verso l’Impero inviò le insegne imperiali occidentali a Costantinopoli, sperando di ottenere dall’imperatore Zenone la nomina a patrizio dell’impero.
L’invio a Costantinopoli delle insegne imperiali volle essere infatti il riconoscimento che la continuità dell’Impero Romano aveva la sua efficacia nell’unico impero romano, quello con capitale Costantinopoli.

La Sicilia
Nel 477 Odoacre nella qualità di re dei Goti e di governatore di Roma, impegnandosi a pagare un tributo, ottenne dai Vandali del Nord Africa che la Sicilia da dipendenza africana divenisse dipendenza del suo regno.
La Sicilia, terra su cui si parlava da poco meno di un millennio la lingua greca e che durante il dominio romano non costituì provincia italica, era stata terra vandala dal 440 (Genserico) al 477, quindi fu terra gota dal 477 al 535.
Dal 535 all’830 l’Imperatore Giustiniano volle annettere la Sicilia nuovamente all’Impero, come dominio personale dell’imperatore.
L’Imperatore Giustiniano volle infatti riaffermare la continuità dell’Impero Romano disponendo la raccolta  nel Corpus Iuris Civilis di tutte le disposizioni dell’ordinamento giuridico romano classico e provvedendo alla restaurazione dell’autorità imperiale romana in Italia, in Sicilia e in altri paesi dell’Europa Occidentale fino alla Spagna, usurpati dai barbari con i regni cosiddetti romano-barbari.
Toccherà ai Normanni latinizzare la Sicilia, cosa che nemmeno i romani avevano mostrato di voler effettuare.
I Normanni infatti pur mantenendo il greco come lingua ufficiale del Regno di Sicilia vollero affiancarlo col latino e l’arabo; crearono per questa via  “morbida” le condizioni volte ad indebolire le influenze religiose e politiche greco-bizantine che sussistevano non solo nell'isola ma in tutta la parte meridionale della penisola, quella che era stata la Magna Grecia.
Conclusione
Teodorico successe nella corona d’Italia a Odoacre. Ma Teodorico era personaggio più notevole di Odoacre e il suo regno fu molto lungo, dal 482 al  531. Teodorico  godette sempre della protezione dell’Impero, del quale era stato nominato patrizio, cosa non accaduta per Odoacre.
Nel 553 l'Italia intera venne annessa direttamente all'Impero romano d'Oriente. La Sicilia dal punto di vista amministrativo non fece far parte della Prefettura del pretorio d'Italia, che nel 584 con la riforma degli esarcati di Maurizio divenne un Esarcato ma essa costituì una provincia indipendente dall'esarca di Ravenna.
La provincia di Sicilia fu governata da un governatore civile che dipendeva direttamente dal Quaestor Sacri Palatii, mentre l'esercito era comandato da un dux; successivamente i poteri civili e militari vennero accentrati nelle mani dello strategos, il comandante civile e militare delle province bizantine da Eraclio in poi.
Dall’ VII secolo la Sicilia diventò un thema, ossia una circoscrizioni del rinnovato assetto amministrativo e territoriale di tutto l'impero, inteso a creare le condizioni per l’autodifesa di ciascun territorio dell’Impero medesimo.


Nel 663 Costante II, pose la residenza imperiale a Siracusa, che per qualche tempo divenne dunque la città più importante dell'impero e la sua capitale in luogo di Costantinopoli.


Successivamente, dopo l’assassinio di Costante II,  la sede imperiale venne spostata di nuovo a Costantinopoli, ma per un periodo piuttosto lungo i vescovi siracusani occuparono il trono del Patriarcato di Costantinopoli.

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