Cosa ci dicono le documentazioni della Scuola Normale su Entella ?
Dal neolitico concluso (da quando -1200 a.c.- cioè compaiono accanto
agli strumenti di pietra, che rimangono in assoluta preponderanza
quantitativa, i primi oggetti di metallo, di rame quasi
puro) alla sconfitta definitiva della resistenza araba da parte di Federico II nel 1246, cui seguì il definitivo abbandono della città: è in questo ampio arco di tempo che si colloca la vicenda storica di Entella.
Questi limiti sono ormai certi e gli storici, dalla Scuola Normale di Pisa al nostro Francesco Renda, abbondano nel fornire -rispetto alla legenda storica- dati scientifici e di cronologie sempre più puntuali sul piano storico.
Certamente la vicenda elima, quella campana, quella greca, quella ellenistica, poi romano-bizantina ed araba è attestata più dall'archeologia che da testi storici (anche se ne esistono).
La vicenda elima di Entella è per intero ricadente nella preistoria, ossia al periodo antecedente a quello in cui in Sicilia arrivasse, con i greci, la scrittura.
Volendo conoscere il periodo elimo è pertanto fondamentale l'indagine archeologica sui resti architettonici, le necropoli, ed i resti ceramici.
L'area funeraria ha fornito, comunque più dati del periodo greco-ellenistico che elimo, come del resto il materiale ceramico.
E' stato d'altronde con i greci che la Sicilia è entrata con pienezza nel mondo civilizzato (ci verrebbe da dire, globalizzato) di allora.
In buona sostanza possiamo affermare che la fase più ampiamente e compiutamente documentata su Entella è quella della prima età ellenistica, oltre a quella arcaico-classica e quella normanno-sveva (post araba).
Stranamente meno documentato ci risulta il periodo dello scontro bellico tra Roma e Cartagine e quello dell’avvio del processo di ‘romanizzazione’, che determina, sia pure nella continuità di molte tradizioni, una cesura nella storia delle poleis greche di Sicilia.
Lo stato di conservazione degli edifici finora individuati sono risultati molto compromessi sia dalla sovrapposizione di strutture riferibili ad epoca medievale sia dalle arature dovute al sopraggiungere nel Nevecento dei trattori.
Gli ambienti messi in luce dalle indagini archeologiche (saggi esplorativi) costituiscono le uniche testimonianze di porzioni di quartieri abitativi rinvenuti, e che vengono collocati al periodo ellenistico fino ad estendersi al massimo all'età repubblicana (Roma). Sui medesimi luoghi si sovrappongono inoltre resti del periodo medievale (bizantino-arabo).
I materiali ceramici e i reperti numismatici restituiti dai saggi condotti dagli studiosi della Scuola Normale di Pisa sono piuttosto considerevoli dal punto di vista quantitativo e sembrano adatti a delineare fasi della vita della città finora mai indagate sistematicamente.
Una situazione pare comunque consolidarsi.
Nel periodo di Agatocle e Pirro in Sicilia (III-II sec. a.c.) e in quello successivo del confronto Cartagine/Roma (a metà del II secolo, il periodo repubblicano), Entella ha dovuto dibattersi in difficili equilibri tra le forze in gioco, e verosimilmente allora è avvenuto l'abbandono della Rocca in seguito ad un polemos (guerra civile) in logica anticartaginese.
Successivamente è avvenuto il rientro della comunità cittadina sulla Rocca con la procedura del sinecismo (riconoscimento di autorità e ordinamenti extracittadini), come testimoniato dagli ormai quasi universalmente ben noti testi dei decreti entellini su tavolette di bronzo emanati dalla città attorno alla metà del II a.c.
(Continua)
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