Ed ecco si aprirono per lui i cieli
ed egli vide lo Spirito di Dio
discendere come una colomba
e venire sopra di lui.
Matteo 3,16
La parola Teofania viene da due lemmi greci, Theos (Dio) e Phainestai ( essere apparso manifestato). Significa: "manifestazione di Dio".
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Riportiamo la lettura/interpretazione del Cardinale Gianfranco Ravasi sul testo evangelico riferito alla ricorrenza dell'Epifania
La cornice storica del passo citato è l’evento che si sta compiendo su una sponda del Giordano (forse la riva orientale giordana, secondo l’opinione di vari studiosi basata sugli scavi archeologici degli ultimi decenni):Gesu’ è battezzato da Giovanni. Il fatto è certamente storico perché non si sarebbe mai “inventato” da parte dei primi cristiani un episodio che vede Cristo “inferiore” al Battista e che per di più lo ritrae nell’atto di ricevere un battesimo fatto per “confessare i peccati (Mt 3,6). Nell’interno di questo evento storico e’ incastonata, però, un’esperienza che Matteo descrive come personale, vissuta dal solo Gesu’.
Infatti, è “per lui” che si squarciano i cieli ed è solo sua la visione dello Spirito di Dio sotto il simbolo della colomba, un segno variamente interpretato, anche perché quest’uccello sembra essere un’emblema di Israele (Sal 68,14;74,19; Os.7,11). In questo caso lo Spirito divino rappresenterebbe la nuova comunità fedele che si raduna attorno al Messia. A questa esperienza intima di Gesu’ viene associata una epifania divina aperta a tutti. E’ la voce dal Cielo che proclama: “Questi e’ il Figlio mio, l’amato in lui ho posto il mio compiacimento” (3,17).
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